Non solo l'ora della morte e le modalità dell'azione omicidiaria nell'opposta valutazione di Procura e Gip. Ulteriori, importanti divergenze riguardano infatti altri punti dell'inchiesta
Gli alibi degli indagati, i tabulati telefonici e i dati del traffico Gps. Gli inquirenti non hanno dubbi: tra le 20.38 e le 21.02 la Polo di Daniel, a bordo della quale c'erano la sorella e Maria, era all'interno del complesso di Borgo San Manno, nel parcheggio antistante il ristorante, e non ferma in via Corrado, in punto che dista una trentina di metri dal primo. E' quanto risulta da due consulenze sui dati del Gps rispetto alle quali il gip nota che non possono essere esclusi errori nel rilevamento delle posizioni, errori di localizzazione anche nell'ordine di diverse decine di metri. Prima delle 20.38, i due Ciocan, a detta della Procura, avevano fatto visita – tra le 20.30 e le 20.38 – a due persone con le quali avevano mangiato un pezzo di torta, poi erano tornati all'auto, dove avevano verosimilmente trovato Maria che li attendeva, ed erano entrati con la vettura nella struttura. Senza passare presso la loro abitazione per rifocillare i cani. Il gip è invece convinto che la visita sia avvenuta in prossimità delle 21, evidenzia le telefonate intercorse tra Daniel ed alcuni amici nel periodo temporale in cui si trovava, secondo l'accusa, nel pieno della sua cruenta azione omicidiaria.
Stato degli indumenti indossati dalla vittima. Gli abiti di Maria erano stati rinvenuti, piegati, su una sedia e sul prato del resort. Erano umidi quando erano stati trovati poco dopo la mezzanotte dai carabinieri. Una circostanza che fa dire al gip che gli indumenti erano stati tolti a Maria in un orario sicuramente successivo alle 21.30/ 22 e comunque quando finì di piovere. Fosse accaduto in precedenza, nella fascia oraria individuata per l'omicidio, gli stessi abiti sarebbero stati inzuppati dell'acqua del temporale che si era scatenato poco dopo le 21.
La scelta del luogo ed il movente. Il giudice spiega che nessuno avrebbe premeditatamente scelto il Borgo San Manno per commettere i delitti contestati. Il pub situato nel complesso era aperto, con clienti e personale di servizio, e nella vicina piazza Pacelli erano installate le giostre. In tanti, dunque, avrebbero potuto udire le urla della bambina. Il dottore Cusani ritiene che Daniel non avesse alcun interesse ad uccidere Maria proprio la sera in cui tante persone lo avevano visto in sua compagnia, ed ipotizza altri coinvolgimenti nel delitto, “attuato sul momento, per fronteggiare un'evenienza improvvisa e non prevista, probabilmente da più di una persona. E' ipotizzabile che Maria fu portata nel Borgo San Manno da persone che prevedevano vi rimanesse senza opporre resistenza, per attività dalla stessa tollerabili e non per fini omicidiari”. Movente che la Procura individua, come ipotesi, nel timore di Daniel che Maria riferisse gli abusi subiti, o che i suoi genitori la facessero visitare.
Il gip definisce inefficace dal punto di vista probatorio la ricerca delle tracce olfattive dei cani molecolari, e non rilevanti – si prestano ad interpretazioni diverse -, soggettive e non univoche le conversazioni intercettate. Di segno opposto le valutazioni della Procura, che punta l'attenzione soprattutto su alcuni colloqui tra un familiare e i due Ciocan (“Ma che è? L'hai accisa subito?, dice il primo a Daniel, con Cristina che subito dopo dice: “Uccidere? Ma che stai dicendo? Mo' sei proprio pazzo...”), e i due fratelli. Con Daniel (“Quella scatoletta di merda che ha messo Cristina sulla macchina...”) che si lamenta con la sorella, sostiene l'accusa, di aver fatto montare sulla Polo il Gps finito nel mirino dei rilievi.
I pantaloni dell'indagato. Le analisi dei Ris hanno restituito la presenza sui jeans di Daniel di tracce che, secondo la Procura, indicano un contatto con l'acqua della piscina. Un elemento eccessivamente generico, sostiene il gip, perchè non vi è la prova che l'acqua sia proprio quella della piscina del resort.
L'accusa di abusi sessuali. La Procura è convinta che Daniel abusasse da tempo di Maria, e che lo abbia fatto anche il pomeriggio del 18 giugno, il sabato precedente l'omicidio. Tutto ciò sarebbe confermato dalla presenza, sui leggins indossati dalla vittima quel giorno, di materiale genetico riferibile all'indagato. Una sostanza biologica non identificata che non è la prova che Daniel abbia avuto un rapporto con la piccola, afferma il gip. Che poi ipotizza altri scenari investigativi in relazione alla presenza di tracce, non di Daniel, su una maglietta - la Procura fa notare che era della madre-, e di alcuni elementi forniti dall'autopsia rispetto ad un problema accusato dalla bimba alcune ore prima della morte. Ecco perchè, spiega Cusani, “occorre continuare ad indagare, approfondendo anche ogni altra delle ipotesi investigative che si sono aperte nel corso delle indagini”.
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