Valva

 

Si terranno questo pomeriggio, nella chiesa dell’Annunziata, a Silvi Maria, in provincia di Teramo, i funerali di Stefano Feniello il 28enne originario di Valva, morto sotto le macerie dell’Hotel Rigopiano, travolto da una slavina dieci giorni fa. Il giorno dell’addio è arrivato, dopo giorni invece di attesa, speranza e dolore per la tragica scoperta del corpo esanime del giovane, in un primo momento dato per scampato al terribile disastro. Si è salvata invece la fidanzata Francesca Bronzi, estratta dopo 50 ore passate sotto le macerie.

Proprio lei all’inizio aveva fatto sperare per una sorte diversa del suo Stefano, dicendo che era lì vicino a lei, gli vedeva il braccio con l’orologio che gli aveva regalato. Poi dopo tre giorni di ricerche il corpo senza vita del giovane è stato estratto e riconosciuto dal padre Alessio che, insieme a tutti i familiari, era in attesa al pronto soccorso di Pescara. Un’attesa tradita dalla tragica notizia. Come è stata tradita la vita di Stefano che aveva raccontato agli amici di avere intenzione di sposarsi al più presto con la sua Francesca con la quale era lì all’Hotel Rigopiano per festeggiare il suo compleanno.

Un amaro destino. Oggi Valva, il comune di origine della famiglia Feniello si stringe intorno a queste persone, lo fa proclamando il lutto cittadino. Una folta delegazione con il sindaco, Vito Falcone, gli amministratori e tanti, tantissimi amici, si unirà alla famiglia Feniello, in particolare al papà, Alessio, alla mamma, Maria, e al fratello Andrea in chiesa, alle 15, per salutare un’ultima volta Stefano. Ma dopo il dolore questa famiglia vuole la verità. Lo urla da giorni a gran voce il padre di Stefano Alessio, non si fermerà davanti a nulla ha detto, fino a quando non avrà giustizia per il proprio figlio. Intanto la Procura prosegue con le indagini. Anche i social si stanno dando da fare, è nata la pagina “Sosteniamo Alessio Feniello”, proprio per condividere idee, azioni da mettere in campo e verificare che si stia facendo il necessario per andare fino in fondo a questa tragica vicenda.

Sara Botte