San Giorgio La Molara

Nel comune di San Giorgio la Molara è sempre più forte la preoccupazione, sia degli amministratori che della comunità, sulle decisione che saranno prese in merito all’istruttoria di autorizzazione al completamento di recupero ambientale della cava di calcare sita in località Macchia Calcarea nel Comune di San Giorgio la Molara. Come abbiamo avuto già modo di ricordare, la storia che riguarda questo progetto ha avuto inizio lo scorso mese di Settembre con l’avvio dei lavori in seno alla conferenza dei servizi. Un problema, questo, che riguarda, non solo il territorio di San Giorgio la Molara, ma che è di forte rilevanza e di vitale e fondamentale importanza anche per la cittadina di Molinara.

Dopo la sesta seduta della Conferenza dei Servizi presso il Genio Civile di Benevento, tenutasi martedì 31 marzo, e che si aggiornerà per la settima volta il prossimo 7 maggio, aumentano sempre di più i dubbi e i sospetti che riguardano questo tipo di intervento.

Il Consigliere Comunale di minoranza del Comune di San Giorgio la Molara Massimo Ragucci osserva a riguardo “ Nel progetto in esame, a distanza di 10 mesi dall'inizio della Conferenza dei servizi, a tutt'oggi  manca la VIA (valutazione di impatto ambientale ) documento fondamentale ai fini di una valutazione e la cui assenza è motivo ostativo all'approvazione del progetto. Ad oggi non è stato possibile comprendere nell'ultima seduta se all'esame delle autorità preposte ci sia ancora lo stesso progetto originale, visto che la ditta ha presentato una integrazione al progetto iniziale, la cui portata non è ancora dato  comprendere in quanto l'autorità procedente ha dichiarato che non ha avuto tempo per istruire la stessa. Quindi ci riserviamo di contattare gli uffici preposti al rilascio della VIA  presso la  Regione Campania. Tuttavia a seguito di qualche primo contatto per vie brevi non è chiaro se la ditta abbia o meno presentato l'istanza di V.I.A.”

Ragucci poi aggiunge “Nel progetto di recupero ambientale del sito in questione è riportato che “Al fine del riutilizzo dei materiali per il riempimento della cava la relazione della tipologia dei materiali da sversare all’interno della ex cava e da sottoporre all’approvazione degli enti preposti, potrà integrare il progetto esecutivo anche in un momento successivo alla autorizzazione del progetto “. Quindi, mi chiedo, prima si autorizza l’intervento di riempimento e poi si deciderà con che cosa riempirlo?

E’ fatto consolidato per ogni autorità garante, che il F.O.S. (frazione organica stabilizzata) non può essere utilizzato per il recupero ambientale di siti ex-cave, perché lo stesso rappresenta un rifiuto. E’ inoltre assolutamente sconsigliato il suo utilizzo su quei siti al di sotto dei quali vi sono falde acquifere. Eppure dal progetto di recupero ambientale emerge chiarissimamente che i F.O.S. derivanti da impianti di trattamento (meglio conosciuti come STIR ) di RIFIUTI ORGANICI saranno utilizzati quali materiali per il riempimento della ex cava.

Si afferma inoltre che si corre il rischio che la ex-cava possa essere destinata allo smaltimento di prodotti provenienti dai rifiuti urbani come previsto dalla L. 1/2011 e come recepito dal Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani nella Regione Campania. Quindi si consiglia di approvare il Progetto di recupero ambientale per sventare il pericolo imminente. Pur tuttavia si approva un progetto che prevede il recupero della ex-cava proprio utilizzando quei materiali per i quali si teme l’arrivo. La gente di fronte a queste arzigogolati ragionamenti alla Azzeccagarbugli di Manzoniana memoria, o da scemo di guerra, è disarmata.
Vale la pena ricordare ancora una volta, se ve ne fosse necessità, in modo chiaro, che proprio quel Piano Regionale per la gestione dei Rifiuti Urbani nella Regione Campania, individua come Vincoli Cogenti “Vincolo V-14” le aree di elevato pregio agricolo a indicazione geografica protetta (IGP) in cui si alleva il Vitellone Bianco IGP . Come dicevano Totò e Peppino “ Ho detto tutto”.

di Giuseppe Addabbo