Valva

Dopo sette giorni è finito l'incubo dell'Hotel Rigopiano, da paradiso tra le montagne a inferno di neve e detriti in pochi minuti. Ieri alle 23 i vigili del fuoco hanno estratto dalle macerie dell'hotel tra tronchi d'albero e detriti, i corpi degli ultimi due dispersi. Il bilancio finale è di 29 morti, 15 uomini e 14 donne, 22 quelli identificati. Si tratta di 10 donne e 12 uomini, gli ultimi Marco Tanda, il pilota 25enne della Ryanair originario di Gagliole (Macerata) e la fidanzata Jessica Tinari, di Lanciano.

Gli altri sono: Rosa Barbara Nobilio e suo marito Piero di Pietro, Nadia Acconciamessa e il marito Sebastiano di Carlo, l'estetista dell'hotel Linda Salzetta, Paola Tommasini, Ilaria De Biase, Luana Biferi, Jessica Tinari, Sara Angelozzi, Marinella Colangeli, il maitre dell'hotel Alessandro Giancaterino, il cameriere Gabriele D'Angelo, Stefano Feniello, Marco Vagnarelli, l'amministratore dell'hotel Roberto Del Rosso, il receptionist Alessandro Riccetti, il rifugiato senegalese Faye Dame, Claudio Baldini, Emanuele Bonifazi. Sette i corpi ancora da identificare. Straziante i dettagli, due persone sono state trovate dentro al caminetto, con le mani davanti al volto per proteggersi dai crolli dei solai.

La violenza della valanga li ha spinti fino a lì. Impossibile per il momento identificarli. Iniziano ad emergere poi i primi particolari sulle cause delle morti dalle autopsie. Le prime 6 effettuate stanno rivelando dettagli sulla morte: sul colpo alcune, per altri in concorrenza di cause, tra queste ipotermia e asfissia. Il pm che si occupa del caso ha confermato che in giornata sono state effettuate «acquisizioni importanti» di materiale utile alle indagini. Prosegue dunque l'inchiesta per disastro colposo e omicidio plurimo colposo. Le telefonate registrate sono state acquisite e sembra evidente che ci siano state incomprensioni relative alle richieste di aiuto lanciate da Giampiero Parete e Quintino Marcella il 18 gennaio. 
Le ore precedenti alla valanga parlano di una mail, sequestrata, spedita dal direttore dell’albergo Bruno Di Tommaso il giorno della tragedia, verso le 13, a Provincia di Pescara e Regione Abruzzo e racconta di «clienti terrorizzati» a causa della neve e del terremoto ma costretti a rimanere prigionieri nell’hotel.

L'inchiesta procede intanto, ancora senza indagati. E per l’iscrizione dei primi possibili responsabili ci vorrà tempo: «Le iscrizioni avverranno quando il quadro sarà chiarito», ha dichiarato il pm. Intanto a Valva si piange la morte di Stefano Feniello, il 28enne originario del piccolo comune del salernitano è stato identificato dal padre Alessio martedì. Da allora la comunità si è stretta solidale intorno a familiari e amici dei Feniello. Il momento del dolore è arrivato dopo giorni di attesa e speranza tradita.

Cordoglio anche dal sindaco Vito Falcone che ha confermato il lutto cittadino nei giorni del funerale del giovane. “Siamo vicini alla famiglia con tutte le nostre forze, non gli faremo mancare il nostro sostegno”. Attoniti e disperati anche gli amici di Stefano che sulla sua pagina Facebook stanno lasciando messaggi d'affetto. “C'è solo da stare in silenzio ed ascoltare il vuoto che hai lasciato – racconta uno di loro – sei sempre stato un esempio di forza straordinaria ed una persona di grandi valori, non ti dimenticherò mai, nessuno lo farà”.

Sara Botte