Salerno

E’ di un anno ed otto mesi la richiesta di condanna per Nello Mastursi. Mastursi, che ha scelto di essere giudicato con il rito abbreviato, è accusato, in concorso con altre cinque coimputati, di induzione indebita a promettere utilità relativamente alle sentenze che - nell’estate 2015 - avrebbero consentito a De Luca di restare in carica alla presidenza della Regione evitando l’applicazione della legge Severino.

La richiesta arriva dai pubblici ministeri Corrado Fasanelli e Giorgio Orano, secondo i quali l’ex capo della segreteria del governatore Vincenzo De Luca «aveva un interesse personale in tutta la vicenda: conservare il ruolo di capo della segreteria». L'ex capo staff nell'interrogatorio reso ai magistrati circa un anno fa avrebbe detto che De Luca non sapeva nulla della questione e delle sollecitazioni che lui riceveva da Manna e Vetrano per avere incarichi nel mondo della sanità.

Per la procura di Roma Mastursi agì nel suo interesse personale, lo fece, nel presunto accordo illecito sulle sentenze che sospesero l’applicazione della legge Severino a Vincenzo De Luca, senza interpellare quest’ultimo con lo scopo di salvare anche la sua “poltrona”.
Alla fine della requisitoria pronunciata ieri, i pm romani hanno anche riformulato la richiesta di rinvio a giudizio per il giudice Anna Scognamiglio, autrice della sentenza sulla legge Severino che il 22 luglio 2015 aveva reintegrato De Luca; suo marito Guglielmo Manna; l’avvocato napoletano Gianfranco Brancaccio; l’avvocato avellinese Giuseppe Vetrano, candidato alle scorse regionali nella lista Campania Libera, e Giorgio Poziello, infermiere presso l’ospedale Santobono a Napoli.  Toccherà ora al giudice dell’udienza preliminare del Tribunal e di Roma, Vilma Passamonti, decidere.

Redazione Salerno