Benevento

 

Il capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Francesco De Pierro, evidenzia le prime conseguenze della dichiarazione di dissesto e quelle che presto emergeranno, diversamente da quanto dichiarato, in Consiglio e sulla stampa, dall’assessore alle Finanze.
“Un dissesto ‘indolore’, che ‘avrebbe cambiato poco o nulla’. Tanto aveva dichiarato l’assessore Serluca alla stampa e tanto ha ribadito in occasione del Consiglio comunale in cui il default è stato certificato. E invece i primi effetti sono sotto gli occhi di tutti e, ahimè, pesano e peseranno anche sulle tasche di dipendenti, cittadini e professionisti. Se il ritardo nel pagamento degli stipendi di gennaio ai lavoratori dell’Asia è soltanto il primo campanello d’allarme di una situazione che è destinata a diventare sempre più critica man mano che i giorni passano, il rischio che il dissesto possa incidere in maniera negativa anche sulla pianta organica dell’ente ad oggi è più che concreto. E testimonia come l’assessore alle Finanze, pur di convincere i consiglieri di maggioranza a votare favorevolmente e la comunità che non ci fossero altre strade perseguibili, abbia volutamente - e in maniera anche un po’ subdola - minimizzato le conseguenze. Tralasciando il fatto che i professionisti e le aziende che hanno lavorato per il Comune vedranno i propri crediti decurtati e in alcuni casi addirittura abbattuti, omettendo che si entrerà in una fase di blocco delle assunzioni (tranne che per quelle in deroga previa autorizzazione ministeriale), soprassedendo sugli obblighi di ridimensionamento della spesa per i costi del lavoro e sul divieto tassativo di elargizione dei servizi non indispensabili, va necessariamente sottolineato come sia tangibile il pericolo che i contratti a tempo determinato, a cominciare da quelli di dirigenti, alte specializzazioni o funzionari dell’area direttiva, potrebbero essere risolti di diritto (la spesa per il personale a tempo determinato deve essere ridotta a non oltre il 50 per cento della spesa media sostenuta a tale titolo per l’ultimo triennio). Il caso specifico va applicato innanzitutto all’Ufficio di Staff del primo cittadino, come espressamente previsto dall’articolo 90 del TUEL. Oltretutto, si potrebbe andare incontro anche ad una rideterminazione della dotazione organica se l’organo straordinario di liquidazione dovesse ritenerlo opportuno: esso può infatti utilizzare il personale ed i mezzi operativi ed emanare direttive burocratiche, può autorganizzarsi e, per motivate esigenze, dotarsi di personale, ovviamente sottraendolo al altre funzioni, ed acquisire consulenze. Quanto alla necessità - imposta dalla legge nei casi di dissesto - di collocare in mobilità l’eventuale personale in sovrannumero, che, almeno sulla carta, non dovrebbe riguardare il Comune di Benevento già sottodimensionato nel numero delle unità lavorative (il rapporto medio per classe demografica nell’ambito del parametro cittadini/dipendenti è di 1 dipendente ogni 93 abitanti e, stando al censimento Istat aggiornato al gennaio 2016, a Benevento spetterebbe un tetto massimo di 646 risorse umane, quando quelle attualmente in organico sono abbondantemente al di sotto), questa è comunque rimessa alla discrezionalità della commissione liquidatrice. Il sottodimensionamento potrebbe non essere sufficiente a scansare il pericolo mobilità se la Commissione stessa dovesse ritenere che per alcuni servizi c’è personale in eccedenza o inadatto a ricoprire quel tipo di mansioni (ci sono diversi casi in Italia che potrei portare come esempio) e pertanto le rassicurazioni della Serluca si fondano su una sua personalissima interpretazione. Alla luce di tutto ciò, risultano superficiali, precipitose e approssimative le dichiarazioni dell’assessore alle Finanze, che in maniera quantomeno incauta ha disegnato un quadro della situazione distorto e non aderente alla realtà che si sta dipanando. E non occorre essere dei geni per comprendere che da questo momento in poi, checché ne dica la Serluca, sarà sempre peggio”.