di Andrea Fantucchio
Uno schianto, poi l'incendio. Sono morti in sedici. Viaggiavano in quel pullman che ieri sera ha urtato un pilone poco distante dallo svincolo di Verona Est. Sul mezzo c'erano 55 persone, 39 sono rimaste ferite.
Una tragedia che ha sconvolto tutto il Paese. A bordo ragazzi ungheresi fra i 14 e i 18 anni.
L'Irpinia non è rimasta indifferente. Oltre ai messaggi di cordoglio sul web, c'è chi con i ricordi è tornato alla terribile tragedia del 2013. Quando a Monteforte un altro bus, dopo aver perso il controllo, precipitò dal viadotto di Acqualonga.
Allora quaranta vittime. Quindici indagati e un processo ancora aperto. Finora nessun colpevole. Solo il dolore incolmabile di quelle famiglie che ancora si battono per i propri cari. Alcune di loro sono state escluse dalla causa per il risarcimento danni. La motivazione è che le associazioni che hanno costituito sono nate troppo in ritardo. Proprio a quelle famiglie è andato il pensiero di molti.
Nella ricostruzione dell'incidente di Verona, potrebbero rivelarsi fondamentali i video della rete autostradale. I soccorritori hanno lavorato tutta la notte. Mentre si recuperavano i corpi, in gran parte carbonizzati, la stradale e la scientifica raccoglievano elementi per ricostruire la dinamica del sinistro.
Intanto i feriti venivano divisi. I più gravi, una decina, sono stati ricoverati negli ospedali più vicini. E quindi Borgo di Trento e Borgo Roma. Mentre i meno gravi sono stati accompagnati all'ospedale di San Bonifacio.
I passeggeri usciti indenni dall'incidente sono stati recuperati dalla polizia stradale e condotti in albergo.