San Giorgio del Sannio

“Il risultato delle elezioni provinciali ci consegna purtroppo la certezza di quello che avevamo paventato settimane prima. Il PD sannita ha scelto, legittimamente, di mantenere in vita la presidenza uscente alla Rocca pur in presenza di uno scenario mutato dopo le amministrative di giugno. Un partito con radici di sinistra non può ignorare la volontà popolare. È una contraddizione ontologica”.

Così, in una nota, commentano il risultato delle elezioni provinciali Alessia Accettola (assessore al Bilancio e alle Politiche Sociali), Tommaso De Feo (staff del Sindaco), Nicola De Ieso (capogruppo e delegato a Scuola, Cultura e Agricoltura) e Massimiliano Gaudino (presidente del Consiglio Comunale e delegato allo Sport) di San Giorgio del Sannio.

“Si è scelto di continuare a sostenere un presidente che i suoi concittadini non hanno voluto più come sindaco già dopo il primo mandato. In una nota stampa dell'amico vicesegretario si invitava Mastella a tornare all'abbecedario per imparare a far di conto. Ma in realtà per far di conto si adoperano i regoli, l'abbecedario andrebbe rispolverato per leggere i mutamenti in corso. Ed ecco che la Rocca assomiglia sempre più alla Fortezza del romanzo “Il deserto dei Tartari”, ma con una differenza: il nemico che non si vede all'orizzonte è il popolo democratico. Difendere l'indifendibile non è costruire ma distruggere. Quale legittimazione politica ha un presidente provinciale che è capogruppo di una minoranza comunale di tre consiglieri dove gli altri due hanno aderito al movimento mastelliano?
Avevamo auspicato, forse ingenuamente, un altro scenario. Se i vertici del PD avessero scelto di puntare su un nuovo percorso per la presidenza della Provincia, il corso della storia sarebbe stato diverso. Così non è stato. Noi rivendichiamo la scelta di aver votato il nostro sindaco Mario Pepe, a prescindere dalle appartenenze politiche, per lealtà e coerenza. Due concetti che purtroppo sfuggono anche ad alcuni finti amici.
Quel percorso auspicato partiva dal desiderio di contribuire a ridare vita ad un circolo PD locale fermo da lungo tempo e redivivo solo quando si tratta di difendere il capo per offendere il professore Pepe. Giudizi grossolani e francamente sproporzionati rispetto all'autorevolezza di chi li pronuncia. Parole che confermano definitivamente la profonda e incolmabile distanza che ci separa da un punto di vista culturale ed umano. Abbiamo provato ad avere fiducia per contribuire a ricostruire una presenza politica vera e democratica, senza i pacchetti di tessere. La risposta è stata ancora una volta vuota arroganza. Pertanto, con grande rammarico, diventa difficile immaginare una convivenza nello stesso partito. Senza perdere la speranza che un giorno il PD sannita decida di cambiare verso, torniamo molto volentieri alle incombenze dell'amministrazione comunale. C'è una comunità da rimettere in cammino, strutture pubbliche da far rivivere, problemi infrastrutturali incancreniti, sprechi di denaro pubblico da recuperare, bilancio da portare in sicurezza. A differenza di chi si esalta per vittorie di Pirro, noi siamo coscienti della grande responsabilità che i cittadini ci hanno affidato il 5 giugno per cambiare rotta”.