Benevento

A pochi giorni dalla dichiarazione del dissesto finanziario, continuano a susseguirsi i commenti sia di chi ha votato contro la proposta della maggioranza (tra questi alcuni consiglieri comunali che hanno amministrato la città negli ultimi dieci anni), sia di chi invece si è astenuto attribuendo le ragioni di tale scelta ad un mancato coinvolgimento, oppure, come nel caso dei consiglieri del M5S, ad una carenza di documentazione che non ha consentito di deliberare.

Così Patrizia Callaro, consigliere comunale per la Lista Mastella spiega: "In entrambi i casi si tratta di posizioni senz'altro rispettabili, ma che tuttavia, almeno secondo il mio parere, non sono condivisibili. Dall’esame e dal confronto dei numerosi documenti, tra cui le relazioni dei dirigenti dell'Ente e i pareri espressi dai Revisori dei Conti, emerge infatti con chiarezza la drammaticità della situazione dell’Ente. Una drammaticità ampiamente evidenziata nella delibera della Sezione regionale della Corte dei Conti del 29 maggio 2014, che negò l’approvazione al Piano di riequilibrio finanziario pluriennale presentato del Comune di Benevento.

Già allora, a dire dei magistrati contabili, il Comune di Benevento si trovava "in una situazione finanziaria molto compromessa ed in uno stato di sostanziale insolvenza" e le misure proposte, oltre a non essere ritenute congrue, non possedevano i connotati di "attendibilità e veridicità richiesti per una positiva valutazione". Nonostante ciò, anche il secondo piano proposto dalla precedente amministrazione presentava le identiche carenze.

Pertanto, poiché fino ad oggi non vi è stato alcun positivo cambiamento per le finanze dell’Ente, la compromessa situazione non ha lasciato alcun margine discrezionale agli attuali amministratori. E ciò nonostante gli sforzi compiuti in questi mesi per trovare possibili soluzioni per evitare il default.

Non sono un’esperta della materia, è vero, ma dall’ascolto dei responsabili, dall’approfondimento della documentazione fornitaci per deliberare, nonché dal lungo dibattito consiliare che ne è conseguito, ho avuto modo di constatare che i debiti fuori bilancio, la sovrastima di entrate e/o sottostima delle spese, il costante ricorso all'anticipazione di tesoreria e le difficoltà di riscossione dei residui attivi, sono tra le principali cause dei dissesti finanziari negli enti locali e spesso sono determinate dalle modalità di direzione e di amministrazione.

Ed allora, poiché la decisione assunta è irrevocabile, piuttosto che continuare a ricercare vecchie o nuove responsabilità tra le amministrazioni che si sono succedute (non c'è amministratore al mondo che non si sia lamentato di chi l’ha preceduto) sarebbe meglio se organi tecnici, politici e di controllo, si impegnassero nella realizzazione di un sistema di indicatori per monitorare costantemente le variabili che determinano tensioni finanziarie.

Solo concependo nuove e virtuose misure organizzative potremmo finalmente guardare al dissesto, ed al relativo risanamento finanziario, come un’occasione per il futuro. Come un’opportunità per progettare e realizzare, con serenità amministrativa, quel benessere di comunità che ogni amministratore, a prescindere dalle posizioni o dalle sensibilità politiche che lo contraddistinguono, aus per i suoi concittadini."

Redazione Bn