Quindici

«Sarebbe troppo facile dire: lo avevo detto. Ma la rabbia di fronte all'ennesima tragedia sfiorata nel Vallo di Lauro a causa dell'incendio di un'abitazione in Via Roma, impone ora che le responsabilità vengano evidenziate e sono tutte in capo a chi ha temporeggiato e ha osteggiato in ogni modo il progetto di allocare nel Centro di Protezione Civile di Lauro un presidio dei caschi rossi». E' questo l'incipit della nota di Giuseppe Rubinaccio, referente Mir nel Vallo Lauro. La sua rabbia muove dal rogo che avrebbe potuto intrappolare mortalmente una famiglia di Quindici, salvato dai cittadini in attesa dell'arrivo (da Avellino, ndr) dei vigili del fuoco.

«Una battaglia avviata da anni, che grazie alla generosità e allo spirito di servizio dell'allora sindaco di Quindici Liberato Santaniello, permise di ottenere un nulla osta da parte del Viminale per ottenere il distaccamento a Lauro - prosegue Rubinaccio - E c'è stato l'impegno da parte dei Vigili del Fuoco, sia il Comandante Tuzzolo che il suo successore, il comandante Alessio Barbarulo, sono stati nel Vallo di Lauro, hanno atteso invano che da parte dei sindaci giungessero delle proposte concrete. Cosa mai avvenuta. L’allora assessore Edoardo Cosenza aveva stabilito di intervenire sul caso, decidendo di impegnare una somma di 324mila euro circa per mettere a nuovo il presidio, vandalizzato nel corso degli anni, con gravissimi danni per la funzionalità stessa della sede, che dovrebbe ospitare anche un presidio sul territorio dei Vigili del Fuoco di Avellino e del personale in congedo».

«A febbraio, il decreto firmato dal responsabile del Settore Italo Giulivo, aveva infatti stabilito: «di dover dare atto che la spesa prevista di 324.562,48 graverà sui fondi accantonati per imprevisti tra le somme a disposizione della Stazione appaltante del quadro economico approvato con decreto dirigenziale n. 212/2010». Fondi che dovevano servire a riattivare la struttura e destinarla in parte al presidio. Cosa che è stata sollecitata, non più tardi di un anno fa, al delegato della Regione Campania alla Protezione Civile, l'onorevole Aniello Di Nardo».

«Alla luce di tutto questo - conclude Rubinaccio -  appare chiaro che c'è un ritardo inaccettabile da parte di chi dovrebbe avere cura per i propri territori. Perché non dobbiamo attendere la prossima tragedia per pensare di intervenire. C'è una parola chiave che i sindaci del Vallo di Lauro dimenticano: la prevenzione». E non manca la bordata finale. «Come si fa a non essere d'accordo con Roberto Saviano, che molto probabilmente, pur non conoscendoli, avrà pensato ai sindaci del Vallo di Lauro quando si è augurato di poter vedere dei sindaci africani. Di fronte ad una vicenda che provoca sdegno e tristezza, penso che sarebbero stati molto meglio sette sindaci africani rispetto ai nostri amministratori e alla guida dell'Unione dei Comuni».