Solofra

Ragazzi costretti a studiare tenendosi ben stretti gli scaldini. La singolare immagine si para davanti a quanti si dovessero trovare ad entrare nella biblioteca comunale di Solofra. Cosa è successo? Poco prima delle festività natalizie la centrale termina dell’ex convento di S. Chiara è andata in tilt. Ed a farne le spese è stata proprio la biblioteca che fa parte del complesso. La condotta che alimentava i termoconvettori ad acqua deve avere qualche perdita che al momento ancora non si è riusciti a riparare. Il risultato è che il riscaldamento è spento e si deve ricorrere a “mezzi di fortuna”. Mezzi di fortuna che nello specifico sono rappresentati da tre termoconvettori alimentati a corrente elettrica che sono stati acquistati dal comune e che dovrebbero servire al riscaldamento dei locali del centro studi. Al danno però si è aggiunta la beffa. A quanto pare, infatti, l’assorbimento di energia elettrica dei termoconvettori è molto elevato e quindi se vengono azionati contemporaneamente non si può utilizzare illuminazione altrimenti il contatore salta. Insomma una situazione al limite. “In queste condizioni, sbotta Luisa una delle avventrici della biblioteca comunale, si studia male e si studia anche con un senso di rabbia e di frustrazione perchè per quanto mi riguarda non crediamo sia una situazione normale. Credo che la biblioteca, continua, dovrebbe essere un posto dove noi ragazzi dovremmo sentirci a nostro agio. Ma soprattutto dovrebbe essere un ambiente familiare, riscaldato.?Questo purtroppo non avviene e siamo costretti a rimanere ore ed ore al freddo”. E rispetto all’espediente degli “scaldini”: “E’ una soluzione inutile visto che l’ambiente della biblioteca è grande e non basta a riscaldare i locali ed a noi è sembrata quansi una beffa”. In che senso, le chiediamo. “Ne abbiamo tre ma possiamo utilizzarne soltanto due, si tratta di una cosa assurda”. E questo proprio perchè l’impianto elettrico non riesce a reggere l’utilizzo dei tre termoconvettori e dell’illuminazione. Nella mattinata di ieri in biblioteca comunale è arrivata anche la delegata alla pubblica istruzione Agata Tarantino. Anche all’esponente di palazzo Orsini sono state illustrate le difficoltà che incontrano gli avventori oltre allo stesso personale amministrativo. Si stanno valutando delle soluzioni per cercare di fare fronte alla situazione. Non ultima la realizzazione di un impianto termico indipendente che serva unicamente la biblioteca comunale. Fin qui dunque la vicenda dei riscaldamenti in tilt e dei termoconvettori di ripiego. In realtà la struttura di via Regina Margherità presenta altre criticità. Tante ed evidenti sono le inoltrazioni di umidità che stanno “salendo” lungo le pareti. Il fatto è che i locali che ospitano la biblioteca sono al pianterreno.?E fra la soglia d’ingresso ed il piazzale non c’è alcun rialzamento. Il risultato è che quando piove l’acqua ristagna, se non addirittura si infila sotto le porte. Nei punti più esposti il personale della biblioteca ha pensato bene di “tamponare”, il termine è quantomai appropiato, le infiltrazioni di acqua sistemando degli stracci sotto le porte. Il problema però resta. L’umidità “sale” comunque nelle mura perimetrali e sta provocando il distacco dell’intonaco.?Alcune spine di corrente, proprio perchè contornata dall’umidità che sale dal pavimento, non sono utilizzabili. Evidentemente la rete di drenaggio delle acque meteoriche del piazzale dell’ex convento presenta delle anomalie che non la rendono efficace. Fatto sta che fra termosifoni che non sono funzionanti ed infiltrazioni di umidità nelle mura perimetrali per utilizzare le aule studio della biblioteca comunale oltre a tanta concetrazione occorre anche “coprirsi” bene.