Benevento

“Non è che interloquire con Clemente Mastella mi esalti. Ho smesso di farlo qualche decennio fa e non ne sono affatto pentito. Del resto, per me sarebbe stato oggettivamente difficile correre dietro a tutti i suoi salti e giravolte da un Partito all'altro o, peggio, da uno schieramento all'altro. Tuttavia, sono stufo dei suoi giudizi nei miei confronti e della mia azione di Presidente della Provincia”.

Tuona il presidente della Provincia Claudio Ricci che punta il dito contro il sindaco di Benevento Clemente Mastella dopo alcune considerazioni che il primo cittadino ha fatto nel commentare la vicenda del vicesindaco di Baselice, Brancaccio, rimosso dalla carica di vicesindaco. “Manovra” considerata dai più dovuta alla candidatura di Brancaccio al rinnovo del consiglio provinciale con la lista di Mastella “Noi Sanniti”.

“Faccio notare a Mastella – precisa Ricci - che, se si fosse trovato ad affrontare i devastanti problemi amministrativi che mi si sono parati davanti in questi due anni alla Provincia (taglio draconiano di risorse finanziarie e la fuoriuscita obbligata di circa metà del personale dipendente), lui avrebbe alzato bandiera bianca dandosela a gambe. Lui che che non ha saputo sciogliere nemmeno il nodo della mensa scolastica.

Dopo una Campagna elettorale pirotecnica, condita da promesse fantasmagoriche di rinascita, Mastella ha poi cominciato a dire di non conoscere bene l'esatta situazione in cui versava il Comune capoluogo. Infine ha dichiarato il dissesto economico, sottovalutando che questo provvedimento è la morte civile della città.

Altro che parlare e promettere sviluppo: con i “triccaballacche” non si va da nessuna parte. Si illudono soltanto i cittadini”, ribadisce ancora una volta il presidente Ricci.

“Certamente non è sua la responsabilità di ciò che ha trovato; ma è sua la responsabilità di aver fatto promesse in sede di campagna elettorale e poi di essersi subito arreso una volta giunto sulla poltrona più importante di Palazzo Mosti. O lui non conosceva la pesantezza della situazione, oppure ha mentito, nel senso che era conscio di non poter onorare quelle promesse. 

Sia in un caso che nell'altro il comportamento di Mastella è da censurare ed è ora che cominci a dare delle spiegazioni esaurienti ai cittadini. 

Lui non ha mai partecipato, sebbene invitato, alle riunioni delle Assemblee dei Sindaci che ho convocato in questi sette mesi per discutere di vicende importanti che riguardano il Sannio. Non si è presentato nei giorni scorsi nemmeno a quella per il Bilancio della Provincia, che invece altri Sindaci, insieme con me, hanno voluto approvare per non paralizzare quello che è il nostro ma che è anche il suo territorio. 

Quando Mastella esprime giudizi sul mio operato dovrebbe avere l'onestà intellettuale di ricordare che quella di Benevento è tra le poche Province nel Mezzogiorno ad averlo approvato, un Bilancio. E a non aver paralizzato il Sannio! 

In questi due anni abbiamo affrontato, in situazioni veramente difficilissime, problemi drammatici a cominciare da quelli creati dall'alluvione. Eppure abbiamo messo in campo interventi urgenti e senza intoppi.  Mentre qualche suo Assessore con comportamenti assolutamente sconsiderati, diffondendo notizie false, ha impedito a centinaia di cittadini, e proprio di Benevento, di presentare istanza di ristoro per i danni subìti ai propri beni privando dunque il territorio di ingenti risorse finanziarie. Basterebbe questo ad indurre un Amministratore prudente ed accorto a chiedere umilmente scusa e ad abbandonare toni vanagloriosi.

Ma tant'è. Ad ognuno il suo stile. Come quando afferma di non vol dialogare con l'unico uomo di Governo sannita che c'è e millantando rapporti “ministeriali” che assolutamente non esistono. Sarebbe ora che i toni della politica tornassero ai problemi seri, concreti, così come ha chiesto anche il Presidente della repubblica. Io lo faccio quotidianamente e, per quanto riguarda il Pd, e soprattutto le critiche e i vaneggiamenti rivolti allo stesso da Mastella, questi assomigliano molto a quel disprezzare l'uva da parte della volpe … A buon intenditor poche parole”.