Benevento

«Voglio rivolgere la mia solidarietà a Salvatore Brancaccio, già vicesindaco di Baselice e candidato alle prossime Provinciali con la lista ‘Noi Sanniti’, ignominiosamente rimosso dalla carica ricoperta con un diktat che evidentemente è giunto dal PD».
Così Clemente Mastella commenta il recente accaduto.

«A Brancaccio, amministratore scelto dai cittadini, persona che di certo non si lascia intimorire, mi sento di rivolgere anche i migliori auguri per la prossima tornata elettorale. Il suo contributo, sono certo, risulterà decisivo per il superamento di una delle pagine più nere della storia istituzionale sannita, una pagina caratterizzata dalla presidenza Ricci e dallo strapotere del PD. 
In spregio del mandato assegnatogli dai suoi concittadini, Brancaccio è stato sostituito per il solo fatto di condividere un progetto politico ed un giudizio negativo sulla guida della Provincia. I vertici del PD dovrebbero comprendere che ormai è patrimonio collettivo dei sanniti, il fatto che l’amministrazione Ricci è stata dannosa per la Rocca e per il territorio. 
Come facciano altri amministratori locali, con responsabilità di gestione degli enti, ad accettare di sostenere ancora una volta Ricci, rappresenta un mistero che trova soluzione solo nella volontà di occupare ogni spazio da parte del PD locale. Presentarsi alle Provinciali con un presidente che, nonostante le sue stesse ammissioni di illegittimità, è ancora in carica, è l’ennesimo paradosso di una forza politica ormai distante anni luce dal sentire comune. 
Non meraviglia che, come rappresentato da Brancaccio coraggiosamente e in maniera pubblica, tanti altri amministratori pure riferibili a quello stesso schieramento abbiano motivi di grande dissidio con la Provincia di Benevento. Chi ha la responsabilità di guidare un Comune, ha di fronte a sé ogni giorno i  problemi della comunità: su questi temi si misura, con queste esigenze fa i conti. 


Ricci ed il Partito Democratico, di questa legge non scritta non vogliono tener conto, e continuano senza il minimo tentennamento ad imporre scelte e personaggi, funzionali esclusivamente agli apparati di potere.
L’epurazione di Brancaccio non solo resterà nella storia politica locale tra le scelte meno tempestive ed eleganti di sempre, ma rappresenta un monito per l’intera area del Fortore e per i tanti amministratori locali che da oggi sanno quale sia il loro reale peso e la considerazione di cui godono all’interno del PD».