L'amore per il marito Piacentino Polese è l'evento più significativo, insieme a quello per i figli, della vita di Glarina Zollo che oggi compie 104 anni. Una vita che comincia il 5 aprile del 1911 in contrada Vigne, a San Leucio del Sannio dall'amore tra i genitori Annunziata e Giosuè. «Mi dovevo chiamare Clarina» - spiega oggi Glarina - «ma per un errore, la lettera iniziale del mio nome fu trascritta con la lettera G». Quinta di dieci figli, la sua giovinezza fu scandita tra il lavoro nei campi e le difficoltà di chi ha avuto in sorte di vivere nell'intermezzo delle due guerre mondiali.
Nel 1938 sposa due volte Piacentino. «La prima volta, di nascosto, per non fargli pagare la tassa sul celibato», l'imposta rivolta a tutti gli uomini single istituita dal regime fascista «la seconda qualche mese dopo per poter vivere insieme. Ho avuto il matrimonio più bello del mondo». Ripete con tenerezza Glarina ricordando la sua storia d'amore con Piacentino.
Qualche mese dopo la celebrazione delle nozze, all'indirizzo del giovane sposo pervenne l'immancabile chiamata alle armi. Piacentino partì ad agosto per ritornare definitivamente, solo dopo quattro anni. «Una volta però – racconta Glarina – per farlo ritornare gli inviai un telegramma in cui dicevo che la mamma era in fin di vita solo che... non era vero». Una trovata ordita dalla donna per consentire al marito di ritornare, seppur momentaneamente, e godersi il figlioletto Orazio, nato poco dopo la sua partenza. Qualche anno dopo la fine della guerra, al trio si aggiunge Rosa, la secondogenita che oggi vive con la mamma.
Nella sua longeva esistenza, Glarina ha avuto la gioia del suo matrimonio, durato ben quarantotto anni, e della sua enorme famiglia. Negli anni ai figli Rosa e Orazio, si sono aggiunti sei nipoti (Giovanni, Piacentino, Massimo, Loretta, Assunta e Loredana) e dieci pronipoti (Rosanna, Antonio, Gabriele, Simone, Elisa, Sofia, Helenya, Diletta, Nicla e Chiara). Ed è circondata dall'affetto della sua enorme famiglia che oggi, nonna Glarina, festeggerà il traguardo dei suoi primi centoquattro anni. Ad maiora.
di Marianna D'Alessio