Salerno

Altro che botti di fine anno, per il 2017 il JJ Rousseau annuncia dodici mesi al tritolo sul fronte della legalità. La cellula pentastellata ha intenzione di intensificare la propria battaglia nel nome della legalità e del rispetto dei diritti dei cittadini salernitani. Insomma, non abbasseranno la guardia, soprattutto sul fronte delle Istituzione e i palazzi di potere cittadino e, in particolare quello del Comune di Salerno.

«Il gruppo Rousseau svolgerà nel 2017 un controllo di legalità sull'azione amministrativa comunale ancora più penetrante. – affermano gli attivisti nella conferenza di fine anno che più d’auguri sembra più una dichiarazione di guerra - La direttrice della legalità a Salerno resta l’obiettivo principale del gruppo. In particolare stiamo monitorando il bilancio comunale. Ma anche le spese e le iniziative dell'assessore al bilancio».

Al setaccio, dunque, le delibere che riguardano i conti di Palazzo Guerra, con i cordoni della borsa comunale mantenuti dal secondogenito del governatore De Luca, il figlio Roberto. «Sarà chiaramente verificato l'intreccio tra Comune e Regione e tra padre e figlio. – riprendono gli attivisti salernitani del Rousseau - Ogni spesa illegittima sarà immediatamente denunciata alla magistratura. Il Comune dovrà documentare i soldi spesi per le Luci d'Artista e quanto è costato alle casse comunali l'intera operazione». Non solo Bilancio, con la lente d’ingrandimento pentastellata che sarà rivolta anche in altri settori.

«Un altro versante attenzionato sarà quello ambientale. – riprendono - Il rischio idrogeologico al primo posto. Non solo il Crescent e Piazza in costruzione sul torrente Fusandola. Altre opere pubbliche e private sono state realizzate sui fiumi. In primis si stanno esaminando le carte delle Cotoniere realizzate sul fiume Irno. A quanto sembra anche il sito di compostaggio interessa la fascia di rispetto del fiume Picentino. Non da ultimo la costruzione di condominio privati sulle sorgenti delle terme Campione». Insomma di carne a cuocere per il 2017 ce n’è abbastanza.

 

Redazione