Si dice che a volte la penna ferisce più della spada. Oggi nell’era dei social e di internet a ferire al posto delle penna ci sono i “meme” e al posto della spada le pistole. E se in Turchia, ad Ankara, si è consumato un omicidio ai colpi di pistola, ovunque nel mondo, hanno fatto eco i suoni delle tastiere e dei mouse che oltre a condividere la notizia condividevano anche immagini comiche riguardo l’accaduto.
Come al solito il popolo del web si è spaccato in due. Da una parte i moralisti, intransigenti giudici che condannano le immagini e le battute, dall’altra coloro i quali difendevano il “diritto alla satira” o semplicemente affermavano la loro voglia di “sdrammatizzare” o di stemperare la tensione per l’accaduto.
Resta ora da capire chi abbia ragione e cercare di rispondere alla domanda: è giusto scherzare su un omicidio?
Sicuramente uno dei fattori che influenza questo caso particolare è la viralità. Sono bastate pochissime ore prima che i “meme” comparissero su Facebook. Ma cos’è un “meme”? Un meme è un’immagine creata con bellimbustt o altri programmi dove è possibile prendere una foto che fa da base e scriverci delle battute o fare dei piccoli ritocchi che la rendano più divertente. A far ridere non è l’immagine in sé, ma il contesto in cui è inserita.
Subito dopo la notizia dell’omicidio dell’ambasciatore russo e la diffusione della foto scattata nel momento in cui il poliziotto urlava di aver finalmente vendicato i suoi fratelli turchi in Siria hanno iniziato a dilagare i meme. La base, ovviamente, è stata la foto che ha immortalato il momento.
La foto è stata modificata in ogni modo: citazioni cinematografiche, citazioni alla cultura pop o più semplicemente battute riguardo il vestiario dell’omicida. Strappare un sorriso per esorcizzare la paura che i delicati equilibri geo-politici, dimenticando, per un attimo che l’immagine della quale si ride ritrae un uomo armato e un cadavere. Viene spontaneo chiedersi, quindi, se la morte non sia più vista come un evento tragico ma come un evento e basta. Alla sensibilità del singolo è quindi data la responsabilità di esporre un proprio giudizio che sia un articolo o un semplice meme.
Come si rapporta il mondo del web alla morte? Come si rapporta il mondo del web a un evento come questo? Evento che può essere addirittura considerato storico. Sono domande complicate. Sono domande che hanno bisogno di un’attenta riflessione sociologica per cercare di comprendere quanto i computer dietro i quali ci celiamo possano effettivamente fare da “schermo” nei confronti di ciò che vediamo.
Internet è una finestra blindata, si può osservare tutto senza esserne toccati. A noi il compito di informare ed esporre i fatti. Usando la finestra-internet come lente d' ingrandimento in questo caso e ponendo all’attenzione dei lettori le immagini, anzi, i meme di cui tanto si discute.

Pasquale Cuomo

(Studente del Vivaio di Ottopagine, il corso di giornalismo multimediale organizzato nell'ambito dell'iniziativa scuola lavoro)