Stop alla vendita dell’Archivio di Stato in piazza Abate Conforti. A chiederlo a gran voce e con forza sono i militanti pentastellati del JJ Rousseau preoccupati della possibilità di depauperamento di un incredibile tesoro storico per la città di Salerno. «La Provincia di Salerno, nel 2015 con delibera di Consiglio provinciale ha inserito nel piano di “valorizzazione e dismissione” dei beni immobili anche l’Archivio di Stato di Salerno. – affermano gli attivisti salernitani 5 Stelle - Una scelta assolutamente aberrante, ove si consideri che l’archivio di Stato istituito nel 1934 conserva circa 100 mila volumi di documentazione cartacea e più di mille pergamene, oltre ad avere una biblioteca di oltre 20 mila volumi.
Chiederemo al nuovo Consiglio provinciale di eliminare dal piano delle alienazioni l’Archivio di Stato e comunque vigileremo che lo stesso, se messo in vendita, sarà acquistato dal Ministero dei beni culturali o dal Comune di Salerno o dalla Regione Campania, per continuare ad avere la destinazione pubblica della conservazione e valorizzazione del nostro patrimonio storico culturale e delle nostre radici. Non consentiremo assolutamente la vendita del bene ai privati, per finalità speculative. Verificheremo se anche il Ministero nell’adozione di propri atti ha compiuto delle illegittimità e se vi sono delle responsabilità del Ministro dei beni culturali».
Come si ricorderà, la Provincia aveva deciso l’alienazione del palazzo, sede dell’Archivio, per esigenze di cassa. L’edificio che ospita l’Archivio di Stato era, in tempi lontani, un palazzo giudiziario, tanto che la Regia Udienza risalente al periodo aragonese vi fu alloggiata. Il palazzo fu scelto come sede del Tribunale di Prima istanza e della Gran Corte Criminale. Quando, nel 1934, gli uffici giudiziari si trasferirono nel nuovo Palazzo di Giustizia, con l’antico edificio che divenne la sede dell’Archivio provinciale. Ora la decisione di metterlo all’asta per un costo complessivo di 16 milioni d’euro.
Redazione