Acerra

Un cacciavite con il manico rosso conficcato nella targhetta del citofono che porta il nome dell'avvocato Giovanni Carlo Esposito, consigliere comunale di opposizione ad Acerra e legale di parte civile nel processo sul voto di scambio durante la campagna elettorale per le comunali del 2012. Una brutta scoperta, una vile intimidazione che ha indotto Esposito a sporgere immediatamente denuncia al locale Commissariato di Polizia.

«Alla vigilia del processo sul voto di scambio ho trovato fuori casa mia un chiaro segno di intimidazione contro la mia persona - afferma l'avvocato Esposito - Preoccupa particolarmente il fatto che queste persone possano prendere di mira i miei familiari. non sono in grado di associare con estrema certezza l'atto intimidatorio subito alla mia attività legale nel processo sul voto di scambio. Sta di fatto che, laddove qualcuno avesse voluto lanciarmi un messaggio, non indietreggerò di un solo millimetro. Vado avanti senza alcuna paura».

Qualche giorno fa, infatti, si è tenuta la terza udienza del processo che vede coinvolti amministratori del Comune di Acerra. Un processo che Esposito, nonostante minacce e intimidazioni, non rinuncerà a seguire. «Questo certamente non mi fa arrestare dall'azione che conduco all'interno del processo e che, senza ombra di dubbio, porteremo a sentenza definitiva di condanna. E' una questione di principio. Quel carteggio processuale disegna una città malata, una comunità avvezza a vendersi per poco. Ma soprattutto lascia l'idea alla storia che la comunità acerrana è ormai alla deriva, essendo retta da una classe dirigente che intende la politica come professione, non come servizio da rendere alla collettività».

Per ogni altri dettaglio della vicenda ascoltate le parole del consigliere Esposito nel video servizio andato in onda nelle edizioni del telegiornale della nostra emittente regionale, OttoChannel 696.

 

Rocco Fatibene