Ad un tratto è sbottato. “Ho la febbre, ma sono comunque venuto perchè mi era stato assicurato che non sarebbe durato tanto... Se volete, ritorno...”, ha detto Umberto Conti, l'imprenditore che con la sua denuncia aveva innescato l'indagine del pm Donatella Palumbo e dei carabinieri della Compagnia di Cerreto Sannita sfociata lo scorso 9 febbraio nell'arresto – entrambi sono ai domiciliari -del sindaco di San Lorenzo Maggiore, Emmanuele De Libero, e di Pellegrino Colangelo, capo dell'ufficio tecnico comunale, accusati di concorso in concussione per una tangente che sarebbe stata pretesa per un intervento di infrastrutturazione, in subappalto, nell'area Pip di San Lorenzo Maggiore. Non sarà necessaria la sua ulteriore presenza in aula perchè il controesame di Conti (parte civile con l'avvocato Antonio Di Santo) si è chiuso con le domande dell'avvocato Claudio Sgambato (l'altro difensore, Roberto Prozzo, lo aveva già fatto). Punto di partenza la decisione di rivolgersi ai militari il 7 maggio del 2015, dopo aver versato “ad aprile 10mila euro a De Libero”, ha ribadito. Prima tranche di una presunta mazzetta della quale non aveva però fatto cenno ai carabinieri nella prima occasione, né nelle successive. Quando non aveva riferito di aver fissato con un microregistratore, oltre agli incontri di maggio, anche quello iniziale. La scheda l'aveva consegnata agli investigatori il 9 giugno, poi l'aveva ripresa “dopo una decina di giorni per registrare in un capannone il colloquio dell'8 luglio”, allorchè 1000 euro erano passati dalle sue mani a quelle di De Libero.
“Lui pensava fossero di più, li contò e mi disse: che ci faccio, con questi, con quelli di Napoli?”, ha spiegato Conti, che ha precisato di non aver mai ricevuto in precedenza richieste di soldi per i lavori effettuati a San Lorenzo Maggiore. Fino all'ottobre del 2014, quando, rientrato da Milano, avrebbe incrociato l'aut aut del sindaco: “Se non paghi il 10%, non lavorerai più...”. L'udienza – la prossima è in programma l'11 gennaio – è stata anche scandita dalla decisione del Tribunale di autorizzare, per il giorno di Natale, la visita delle sorelle e dei cognati a De Libero. Il collegio si è invece riservato la pronuncia sulla richiesta, avanzata dall'avvocato Prozzo, di revocare, o in subordine attenuare, per motivi familiari, la misura a carico di Colangelo.
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