La Guardia di Finanza si è recata nella sede della Regione per acquisire documenti nell’inchiesta a carico del presidente, Vincenzo De Luca. Il tutto in riferimento alla famosa riunione con gli amministratori campani in vista della consultazione referendaria dello scorso 4 dicembre. “Non ne so assolutamente niente, blitz e contro blitz non mi fanno né caldo né freddo. - ha affermato il governatore De Luca nel suo appuntamento settimanale a Radio Kiss Kiss - Credo che ci sia una raccolta d’informazioni per il famoso incontro con gli amministratori locali. Lasciamo perdere, non ci sono parole”. Un blitz dettato dall’ipotesi d’istigazione al voto di scambio sulla celebre riunione pre-referendum della “frittura di pesce”, in cui lo stesso presidente della Regione, alla presenza di circa 300 amministratori campani, invitava tutti ad impegno per la vittoria del Si. De Luca per questa inchiesta il 24 novembre è stato indagato per istigazione al voto di scambio.
Secondo le prime notizie, la visita dei finanzieri sarebbe stata infruttuosa: negli uffici della Regione non era custodito, infatti, alcun elenco. Per tale motivo il pm in giornata ha ascoltato, in qualità di persone informate dei fatti, quattro esponenti dello staff del governatore. In un primo momento il fascicolo – contenente anche una denuncia presentata dal consigliere regionale dei 5 Stelle Valeria Ciarambino – era stato registrato al modello 45, dove confluiscono le notizie di fatti non costituenti reato. La Procura punta a ricostruire com’è nata la lista dei trecento sindaci invitati al Ramada, in un'assemblea nella quale il presidente della regione ha sponsorizzato le ragioni del sì alludendo a "fare la clientela come Dio comanda". Secondo la registrazione audio pubblicata dal Fatto quotidiano, il governatore invitava i 300 amministratori pubblici presenti a portare voti per il Sì e di farlo anche offrendo fritture di pesce o gite in barca.
Appena uscita la notizia lo stesso De Luca aveva commentato in modo tranquillo la sua iscrizione nel registro degli indagati: “Quando hai la coscienza tranquilla si va avanti oppure qui moriamo d’avvisi di garanzia mentre i cittadini non hanno neanche i servizi essenziali”.
Redazione