Ristretti nello spazio di un carcere dove regnano dolore, solitudine e abbrutimento un gruppo di sognatori visionari ha vinto attraverso l'arte, la cultura, la poesia. E' il progetto Limiti a cura di Motus – Solot, finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale.
Chi l'ha condotto ha combattuto tra le sbarre della realtà con il mondo dove tutto diventa possibile: il teatro.
Ha misurato i passi, non per contare lo spazio angusto delle celle piuttosto per prendere la dimensione delle esistenze e indagare le storie che occorrono a conoscersi e a guadagnare la sfida più difficile di tutte: quella con l'esistenza quotidiana. E ha vinto, puntando i riflettori sui limiti che tutti hanno.
Questo appassionante percorso durato due anni è diventato uno spettacolo teatrale, un film e un libro.
Ieri sera, al l Mulino Pacifico di via Appio Claudio, l’evento di chiusura del progetto con la presentazione de “Il Diario di bordo”, ultima tappa che racconta l'esperienza teatrale e cinematografica svoltasi alla Casa Circondariale di Benevento attraverso il punto di vista degli operatori, dei detenuti e di quanti indirettamente ne hanno fanno parte.
Il libro, diviso in sezioni, si apre con i volti e le storie degli operatori Motus-Solot e dei detenuti-attori. Una sintesi degli eventi e di tutto ciò che hanno significato viene presentata attraverso i comunicati stampa, le foto, i post condivisi sul blog senzacravatta. Lo stesso per le attività del progetto: il laboratorio teatrale, lo spettacolo al Carcere “...Come comincia una poesia”, il docufilm “Fine Pena.Il futuro oltre le sbarre”, il canale youtube della Solot con le interviste ai detenuti.
A chiudere il libro una raccolta di racconti ispirati all'esperienza e narrati da diversi protagonisti: detenuti, familiari, operatori, figure legate alla struttura carceraria, arricchiti da suggestive illustrazioni sul tema.
Madel