Pago del Vallo di Lauro

Sono terminati da poco gli interrogatori di garanzia per l'ex sindaco di Pago Vallo Lauro, Giuseppe Corcione, e Luigi Vitale, pregiudicato del Vallo Lauro che gli inquirenti ritengono affiliato al clan Cava. I due - ricordiamolo - sono finiti in carcere nell'ambito del maxi blitz della Squadra Mobile di Avellino e della Dda di Napoli, finalizzato a far luce sull'intreccio tra politica e camorra nel piccolo comune irpino. Corcione e Vitale sono detenuti nel penitenziario di Bellizzi. E' qui che questa mattina i due indagati sono stati ascoltati dai magistrati. 

L'ex primo cittadino di Pago Vallo Lauro, Giuseppe Corcione, difeso dagli avvocati Annibale Schettino e Raffaele Bizzarro, ha risposto a tutte le domande degli inquirenti, fornendo spiegamenti e chiarimenti rispetto alle numerose situazioni che gli vengono contestate nell'ordinanza di carcerazione. Corcione però non tornerà in libertà, dovrà restare dietro le sbarre fino al giorno del riesame, previsto tra 15 giorni.

Si è avvalso invece della facoltà di non rispondere il Vitale. "Il mio assistito - spiega l'avvocato Attilio Panagrosso - si è riservato di comprendere meglio il contenuto dell'ordinanza, dichiarando di ritenersi completamente estraneo alle accuse ipotizzate dal Gip e dalla Procura".

L'avvocato Panagrosso ha poi commentato l'inchiesta. "Non credo vi siano i presupposti per confermare, in sede di riesame, la presunta agevolazione al clan Cava - afferma il legale di Vitale - Purtroppo, chi svolge attività politico-amministrativa in questi territori, incontra evidenti difficoltà a far rispettare la legge dinanzi alle pressioni dei suoi concittadini. Tornando al caso di Pago Vallo Lauro, appare evidente innanzitutto che il Vitale commette abuso edilizio, non per arrecare vantaggio ad un'organizzazione, ma per lo sviluppo futuro della sua famiglia. Da parte dell'Amministrazione Comunale, poi, c'è un temporaggiamento dovuto all'approvazione del Puc, nonché alle numerose richieste di condono bloccate in una commissione che non riesce a funzionare per carenza di risorse. Su questi aspetti - conclude Panagrosso - andremo a confrontarci dinanzi al Giudice per il Riesame".