Pago del Vallo di Lauro

Cominceranno domattina alle 9.30 gli interrogatori di garanzia per gli 11 indagati nell'ambito dell'operazione che ha portato alla luce quello che il Questore di Avellino, Luigi Botte, ha definito «un intreccio perverso tra camorra, politica ed imprenditori». Sarà data priorità, naturalmente, ai destinatari di misura cautelare in carcere, ovvero all'ex sindaco di Pago Vallo Lauro Giuseppe Corcione, difeso dagli avvocati Annibale Schettino e Raffaele Bizzarro, e al pregiudicato Luigi Vitale, difeso dall'avvocato Attilio Panagrosso. Gli interrogatori si svolgeranno nelle aule del penitenziario irpino di Bellizzi, dove tuttora sono detenuti Corcione e Vitale.

Ed è proprio dai legali che arrivano le prime dichiarazioni ufficiali. Quelle rilasciateci da Annibale Schettino, che lasciano già intuire il modus operandi della difesa. «Ci troviamo dinanzi ad una ipotesi di articolo 7 (l'associazione mafiosa, ndr) per abusi edilizi riferiti ad una abitazione privata, quella del Vitale - ha affermato l'avvocato - Non stiamo parlando di un albergo, ma di una casa. Non comprendiamo quali vantaggi il Vitale abbia potuto portare come associato del clan. Se si dovesse superare il discorso dell'abusivismo edilizio, verrebbe meno l'intero castello accusatorio, soprattutto ai danni del mio assistito, imputato per non aver adottato provvedimenti di rispettiva competenza». 

Differentemente dagli avvocati, clima teso e poca voglia di commentare a Pago Vallo Lauro all’indomani del maxi blitz della Squadra Mobile di Avellino. Bocche cucite anche da parte dell’attuale primo cittadino, il 30enne Antonio Mercogliano che è il nipote di Corcione. «Chi non conosce le carte, non può dire nulla. E’ una situazione complessa. Prima di commentare devo avere chiara la situazione», dice il sindaco. Stesse considerazioni anche per Carmine Amato, storico antagonista politico di Corcione, oggi capogruppo di opposizione: «Prima di dire la mia, credo si debbano conoscere seriamente i fatti. Non è mia consuetudine esprimermi senza sapere», ha affermato l’ingegnere.

Chi invece non è rimasto in silenzio, è il Questore di Avellino, Luigi Botte, che ha tuonato contro il «disprezzo per le Istituzioni a Pago Vallo Lauro, tant’è che in una intercettazione l’ex sindaco dice: siamo sotto la dittatura di quei quattro magistrati e di quei quattro poliziotti di merda». E aggiunge: «La Polizia di Lauro mi sta talmente addosso che non mi fa muovere». «Si giunge al paradosso - ha detto il Questore - per cui il sindaco si sente vessato dalla polizia e preoccupato di non riuscire a soddisfare le richieste del clan Cava e dei suoi adepti. Questo ci fa capire il grumo di malaffare che è proprio caratteristico di una illeceità incancrenita e percepita come un vero e proprio sistema di vita grazie al quale ottenere benefici illeciti e carriera politica». 

Di seguito, l'integrale della conferenza stampa del Questore di Avellino, Luigi Botte.