Avellino

Silenzio sulle trivellazioni in Irpinia, insorge il comitato civico di Gesualdo. «La data del 31 marzo è arrivata senza nessuna novità di rilievo. Come temuto, la commissione Via regionale non si è pronunciata sull’istanza per il progetto “Gesualdo-1” presentata il lontano 19 settembre 2012». Adesso, così come prescritto dallo “Sblocca Italia”, l’istruttoria passerà alla competenza dei giudici istruttori di nomina ministeriale. «Il trasferimento di competenze precluderà alla Regione, e dunque agli enti territoriali campani, la possibilità di verificare un progetto che, sulla base degli impatti ambientali e socio-economici già ampiamente discussi, potrebbe andare a sconvolgere i già fragili equilibri di questo territorio». La giunta regionale campana, che ha impugnato lo Sblocca Italia per violazione delle competenze legislative regionali in materia di energia, «non ha paradossalmente esercitato le sue prerogative quando sarebbe stato necessario farlo. Al doveroso ricorso avrebbe dovuto far seguito anche un parere negativo così come accaduto nella vicina Basilicata per ben cinque progetti di ricerca». Critiche anche alle istituzioni locali. «Se nel frattempo la società civile irpina, il mondo produttivo, i sindacati, le associazioni e la comunità scientifica si sono mobilitati, scarso è il contributo apportato da istituzioni e sindaci». Dal comitato “No alle trivellazioni” arriva un appello alla Provincia «ad inviare la delibera approvata alla commissione regionale competente e a convocare un tavolo di confronto». Per Carmine Cogliano, attivista di No Triv, «esistono tutele come il Ptr, disatteso ed inevaso, che dice a chiare lettere che non esiste compatibilità tra le attività petrolifere e questi territori che “sono a chiara vocazione agricola e naturalistica” oppure il Pear, che giace dal 2010 nei cassetti della Giunta Regionale, mai passato attraverso la ratifica finale propedeutica alla sua attuazione definitiva del consiglio regionale».