Fioravante Bosco, segretario generale aggiunto della Uil Avellino/Benevento, all’indomani della secca batosta inferta a Matteo Renzi col No al referendum, tiene a dichiarare quanto segue: “E’ stata una vittoria del popolo italiano che si è ribellato al peggior tiranno che la storia recente ci poteva assegnare in dote. Ha devastato il mondo del lavoro col jobs act e la buonascuola, e ha diviso il Paese come non mai. Ha impoverito il lavoro dipendente e i pensionati, aumentando di contro le rendite parassitarie per banche e padroni. Ha tentato di devastare la Costituzione italiana, con una pessima riforma, ma fortunatamente, nonostante le mille promesse clientelari, non glielo abbiamo permesso. I risparmi non si fanno eliminando le province o qualche prefettura, baluardi di sicurezza e legalità, ma tagliando i costi della politica e gli stipendi ai nullafacenti a Roma, come nelle obsolete e inutili regioni, e non certo in periferia. La gente non ha soldi da spendere, e Renzi si è inventata l’immigrazione a gogo per cercare di ingraziarsi la sinistra sempre sensibile in questo tipo di politiche. Così facendo ha fatto infuriare i cittadini più poveri, i quali si sono chiusi a riccio per difendere il loro territorio. La povera gente che si è sentita presa in giro, e l’ha mandato finalmente a casa. Sull’immigrazione, invece, ci vogliono politiche serie e certe, senza scaricare sui comuni, ridotti alla fame per i tagli di questi ultimi lustri, le responsabilità dello Stato centrale. Gli immigrati si accolgono dando loro dignità, casa e lavoro, e non lasciandoli in giro sulle piazze a elemosinare. Ora – conclude Bosco – ci vuole una nuova legge elettorale, su base proporzionale, e un nuovo governo che faccia poche cose per ridare fiato ai cittadini, e andare speditamente alle elezioni entro la prossima primavera. E solo il nuovo Parlamento, ci auguriamo democraticamente eletto, e senza abnormi premi di maggioranza, potrà tentare di nuovo delle riforme costituzionali che non mettano un solo uomo al comando, ma bilancino i poteri tra le istituzioni dello Stato”.
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