Salerno

Le truppe cammellate del Pd salernitano, o di De Luca che dir si voglia, avrebbero dovuto raggiungere almeno il 60% nel capoluogo. Almeno secondo l’input nella riunione di maggioranza – verbalizzata – del sindaco Napoli con i suoi uomini del parlamentino cittadino. Un flop a sorpresa, per alcuni mica tanto, di quella che era stata sempre la tendenza salernitana. Non c’è stato l’effetto De Luca con i risultati completamente rovesciati rispetto alle previsioni di questa lunghissima vigilia. Solo il 40%, circa, dei consensi a Salerno per il Si, qualcosa si è incrinato nella delicata macchina da guerra elettorale dell’attuale governatore. Una tendenza che è stata confermata in tutta la Regione e non solo a Salerno che doveva essere un vero e proprio fortino per il Si. Nel mirino anche il coordinatore scientifico del comitato trainante regionale della Campania “Ragione Pubblica”.

Piero De Luca non è riuscito ad avere lo stesso effetto trainante del padre nellepoca d’oro delle campagne elettorali che lo hanno visto protagonista nelle scalate a Palazzo Guerra, al Parlamento e a Palazzo Santa Lucia. «Più che una consultazione su una riforma che andava fatta, è stato piuttosto un voto politico. – ha affermato Piero De Luca – Un voto con Renzi: il messaggio di rinnovamento di questa riforma non è riuscito a passare. Ma continuiamo ad essere convinti come occorra rimodernizzare il Paese. Anche su Salerno ha pesato il vento nazionale e la città si è allineata. Il voto è stato troppo omogeneo per pensare che sia stata colpa solo delle polemiche di questi ultimi giorni di campagna referendaria». 

 

Redazione