Avellino

 

di Simonetta Ieppariello


Il governo di Matteo Renzi è finito. La sconfitta della riforma costituzionale proposta dal leader del Pd, bocciata con il 60 per cento di voti contrari nel referendum, segna la fine dell'esecutivo del segretario democratico. 

Pochi minuti dopo la mezzanotte del 5 dicembre, con le proiezioni che indicano una netta vittoria del No, Renzi ha convocato una conferenza stampa a Palazzo Chigi per annunciare le sue dimissioni. «Io ho perso, nella politica italiana non perde mai nessuno. Dopo ogni elezione resta tutto com'è, sono diverso, ho perso e lo dico a voce alta anche se con nodo in gola perché non siamo robot. L'esperienza del mio governo finisce qui, perché non possono restare tutti incollati alle loro abitudini prima che alle loro poltrone. Non ce l'ho fatta e la poltrona che salta è la mia»

«L'esperienza del mio Governo finisce qui».Ha ringraziato Agnese, sua moglie, e i suoi figli. Ha ringraziato gli italiani. La Carta Costituzionale non cambierà. Il No ha vinto con un percentuale di preferenze netta. «Ho perso io, non voi. Sono stati mille giorni fantastici - ha commentato rivolgendosi ai suoi sostenitori -». Si è assunto tutte le sue responsabilità Renzi, annunciando la sua salita al Colle per domattina per presentare le dimissioni. La Campanella, simbolo del ruolo istituzionale, sarà consegnata al successore. Un gesto emblematico della fine di un Governo e l'inizio di uno nuovo. 

Renzi ci tiene a ringraziare tutti gli italiani per la grandissima partecipazione. Per lui l’altissima affluenza è stato un modo per mettere a tacere tutti quelli che hanno cercato di scoraggiare la partecipazione, parlando dell’inutilità del voto.«Io ho perso, lo dico a voce alta - parla Matteo Renzi -. Non sono riuscito a portarvi alla vittoria. Ho fatto tutto il meglio. Credo nella democrazia. Non posso far finta di nulla e non prendere atto di questi numeri, di questa vittoria netta del fronte del no. Credo nell'Italia, ma dobbiamo scattare non galleggiare. Domani riunirò consiglio dei ministri. Domani consegno le mie dimissioni al Presidente Mattarella. La poltrona che salta è la mia». Una conferenza stampa annunciata prima per mezzanotte, poi rinviata, nel corso della quale cambia la storia del Paese, dopo il crollo alla prova del referendum. Le parole del premier fanno il giro del mondo. A mezzanotte e 26 minuti il discorso. Voce ferma, discorso all'Italia. Appello al Capo dello Stato a tenere gli animi forti degli italiani nel momento di transizione. Profondo di una Italia divisa.

Pochissimi minuti prima Renzi aveva parlato dal social, dal suo profilo twitter dicendo agli italiani: “Grazie a tutti, comunque. Tra qualche minuto sarò a in diretta da Palazzo Chigi. Viva l’Italia!Pd arrivo, arrivo”.

Intanto il nuovo exit poll ponderato di Ipr per la Rai, con dati secchi, delinea la vittoria del no, attestata sul 59,1%, sul sì fermo al 40,9%

«Le percentuali di affluenza  sono risultate superiori a tutte le attese. Questo è un buon risultato di tutti. Ci sono state polemiche in campagna elettorale, certo. Ma l'aspetto positivo è che i cittadini, ora, sono vicini alla Carta Costituzionale. Sono fiero e orgoglioso dell'iniziativa referendaria. Viva l'Italia che sceglie e che non sta alla finestra. Il no ha vinto, certo e nettamente. Complimenti al fronte del No.

Ora mi auguro che ora ci siano proposte serie e credibili. Agli amici del sì che hanno condiviso sogno della riforma un abbraccio forte. Abbiamo ottenuto milioni di voti, ma non sono bastati. Mi assumo le mie responsabilità, della sconfitta. Agli amici del Sì dico ho perso io, non voi. Chi ha una idea non può perdere. Volevate riavvicinare i cittadini alla politica, ci siete riusciti. C'è rabbia, delusione e tristezza. Però vorrei che voi foste fieri. Fare politica andare contro qualcuno è facile. Fare politica per qualcosa è bello. E' più bello».