di elleti
Questa mattina, anche per verificare un po' il clima, ho fatto il solito giro tra alcuni seggi elettorali del centro di Avellino. C'erano addetti di uffici demoscopici che – tramite un'app – stavano effettuando i consueti sondaggi per gli exit poll.
Niente di che, mi aveva solo incuriosito il sistema. Più tecnologico, e – ho pensato – più attendibile e veloce del metodo, diciamo, analogico (con quelle urne fac simile all'esterno dei seggi).
Ho incontrato quattro persone che avevano appena “rivotato” per i sondaggi. Due nello stesso seggio. Gli altri due in seggi differenti. E mi hanno raccontato, con eccessivo divertimento, di aver votato in un modo e dichiarato l'esatto contrario. Un “gioco” che – a loro dire – sarebbe stato replicato anche da altri elettori.
Se così fosse, e se quest'andazzo venisse ripetuto anche altrove (vi meravigliate? L'Italia è piena di fresconi che si divertono con poco), i rilievi e le analisi demoscopiche rischierebbero di rivelarsi palesemente inesatte. E non di poco.
A leggere i sondaggi delle ultime ore (quelli che non possono essere diffusi), la distanza tra il Sì e il No non sarebbe così significativa. Se fosse vero (i sondaggi rischiano di incorrere nello stesso errore), il pericolo che sia dia un vincitore piuttosto che l'altro è evidente.
Chiaro che il nostro è un microcampione. E che probabilmente chi analizza gli exit poll tiene conto anche di possibili risposte fasulle. Ma la cautela non è mai troppa.
Comunque sia tra poco ne sapremo di più. A prescindere dai sondaggi.