di Simonetta Ieppariello
È morto Don Antonio Polese, amatissimo proprietario del Grand Hotel La Sonrisa, amico intimo di Mario Merola e personalità apprezzata anche dalla comunità italiana d’oltreoceano. Il suo cuore ieri mattina, non ha retto. Un cuore grande. il suo. Era amato e stimato dalla gente. Vip e gente comune. In migliaia hanno raggiunto con messaggi e visite a casa la famiglia per portare il proprio personale messaggio di cordoglio. Un omaggio, un ricordo, un tributo affettivo per un uomo amatissimo nella vita reale, come sul web e in tv, nella cosiddetta vita virtuale. Perchè in fondo Don Antonio si è presentato al grande pubblico per quello che era. Davvero. Si terranno questo pomeriggio alle ore 15.30 i funerali, nella parrocchia di Sant'Antonio Abate. Il corteo prenderà le mosse da casa sua alle ore 15.
Don Antonio era divenuto famoso in tutto il Bel Paese per il reality Il Boss delle Cerimonie, in onda su Real Time e giunto alla sua quarta edizione, che ieri lo ha omaggiato con una programmazione multipla delle puntate del programma. Il successo televisivo è dovuto in particolare alla sua spontaneità, all'aver saputo raccontare l'anima della napoletanità, a volte fatta di eccessi e sfarzo. Ma don Antonio Polese, il Boss delle Cerimonie si è conquistato simpatia e notorietà, anche grazie agli “involontari” tormentoni dal sapore partenopeo, come il celebre augurio dedicato alla coppia sposi di turno e divenuto ormai famosissimo: "Vi auguro cend ann di felicità e tutti in buona salute” oppure “Complimenti per il lucco”.
Don Antonio era amato e rispettato dalla gente (lui stesso diceva “Il popl mi vuole bene”). E davvero il popolo gli vuole bene. I messaggi sono milioni su facebook, tra bacheche personali e gruppi dedicati.
Trattare tutti da re. Era lo slogan della trasmissione come della struttura in cui sposi e spose realizzano e realizzeranno il loro sogno.
Ma nel programma si racconta anche la famiglia Polese, i suoi componenti. Un particolare che ha destato ancora di più affetto in tutti, in questi giorni di lutto. Ci sembra di conoscerlo Don Antonio Polese, il suo italiano colorito di quello slang tipico dell'area vesuviana e quelle frasi che ci hanno fatto ridere e sentire campani.
Come il “piccolissimo pono tutto pomellato”regalato ad uno dei nipotini per aver interpretato la parte dello scugnizzo napoletano durante uno dei ricevimenti. Anche se il castello andrà avanti con le sue cerimonie, il vuoto lasciato dal Don Antonio Polese sarà incolmabile.
Pomellato, aggettivo che in italiano indica il manto a chiazze bianche e nere del cavallino. Il popolo del web deride il boss dandogli dell’ignorante e sostenendo che non esista in italiano quell’aggettivo, salvo poi scoprire che don Antonio ha clamorosamente ragione.
Nel linguaggio comune entrano anche termini come “a zeffun”, “a beverun”, “a migliara”: nel dialetto di don Antonio, queste espressioni indicano i multipli, sono sinonimi di tanto, troppo, molto. Come del resto era lui.
Immancabile, poi, nei matrimoni al castello, l’augurio esclusivo di don Antonio “Agli sposi per cent’ann’ e sempre in buona salute”.