Benevento

“Nazzareno Orlando chiede orgoglio al M5S e non pregiudizio. Dunque orgoglio avrà”. La replica dei 5 Stelle sanniti è tutta indirizzata all’esponente del centrodestra che, per conto dell’opposizione consiliare, aveva respinto al mittente l’etichetta di ‘assente’ che la minoranza si è vista affibbiare sabato, durante la presentazione dei candidati grillini alle regionali. “L’orgoglio di chi – continua la replica inviata ad Ottopagine dal Movimento - pur essendo fuori dal Consiglio comunale (ancora per poco, come lui stesso sottolinea), ha fatto propria e amplificata, fino alla Camera dei Deputati e al Senato, una battaglia, quella per la mensa scolastica, lanciata da un’associazione coraggiosa, ‘Altrabenevento’, poi divenuta bandiera di associazioni di genitori consapevoli. Perché l’opposizione consiliare non si è fatta carico per tempo di questa doverosa battaglia di civiltà? Perché, ancora, solo il M5S e il L@p Asilo 31 hanno chiesto le dimissioni di Pepe e Moschella a gran voce, in modo che la città intera potesse sentire? I l M5S ha rimarcato l’assenza su una questione specifica e delicatissima. Nessuno nega che, su alcuni passaggi un gruppo di consiglieri ha preso posizioni coraggiose (in particolare sull’housing sociale), nessuno vuole entrare nel merito e giudicare addirittura l’intera storia politica di Nazzareno Orlando e degli altri consiglieri d’opposizione. Ma in questa circostanza la voce è stata flebile, le azioni nulle o poco incisive. Questo significava e significa opposizione assente”. Non appena chiarito che il giudizio era legato esclusivamente alla vicenda ‘Mensa’, la critica dei 5 Stelle toccano altri aspetti della storia amministrativa recente, ma con uguale conclusione: “Se volessimo ampliare lo sguardo al quadriennio della seconda giunta Pepe apparirebbe, nel complesso, evidente che un’opposizione più incisiva sarebbe stata in grado, a fronte delle gigantesche crepe di un’amministrazione periodicamente visitata dalla Guardia di Finanza e messa sotto osservazione dalla magistratura, di metterla in crisi definitivamente. E, ancora: chi, oltre agli attivisti del M5S, ha protestato duramente per il vergognoso esproprio di democrazia perpetrato con le elezioni provinciali? In quella circostanza, tutti i consiglieri, Orlando incluso, ci davano ragione. Ma la faccia, ancora una volta, era la nostra, solo la nostra”. L’analisi, poi, dal piano amministrativo arriva fino a tratteggiare una serie di responsabilità politiche: “Il problema è che a Benevento, a fronte di un PD sempre più pervasivo e tentacolare, è mancata una vera alternativa, con un piccolo partito di sinistra ora di lotta ora di governo e ‘disiecta membra’ della destra senza leader carismatici”. Di fronte a questo scenario la conclusione dei 5 Stelle: “Che l’opposizione batta un colpo (di orgoglio) non può che farci piacere. Ma altre sono le ‘good news’. L’anno prossimo questa città – se la giunta Pepe non cadrà prima per traversie giudiziarie – avrà, finalmente, nel migliore dei casi una nuova classe dirigente più onesta, più giovane, più combattiva. Nel peggiore un’opposizione intransigente”.

di Antonio Orafo