Gli italiani profondamente insoddisfatti dai temi che riguardano la qualità dell’aria, il traffico e il parcheggio. È quanto emerge dall’ultimo report dell’Istat1 sulla soddisfazione dei cittadini per le proprie condizioni di vita, che addirittura pone l’inquinamento (38%), il traffico (37,9%) e la difficoltà di parcheggio (37,2%) rispettivamente al secondo, terzo e quarto posto tra i problemi più sentiti dagli italiani, superati soltanto dal rischio criminalità (38,9%). Secondo lo studio, per la prima volta dopo cinque anni, nel 2016, migliorano le stime relative al giudizio delle famiglie sulla soddisfazione per le proprie condizioni di vita, tranne che per ciò che riguarda sicurezza, spostamenti e inquinamento.

 

Il tema della mobilità, diventa quindi centrale nella valutazione delle famiglie della propria qualità di vita: dall’inquinamento al traffico, dalla ricerca di parcheggio alla difficoltà di collegamento con i mezzi pubblici.

Altro fattore che incide negativamente in queste valutazioni è il tempo “sprecato” nell’attesa dei mezzi pubblici o nella ricerca di un parcheggio. Mentre nel caso dei mezzi pubblici l’attesa in stazione o alla fermata non provoca altre ricadute negative, nel caso del parcheggio, il percorso in auto si prolunga fino a quando non si trova un posto dove poter lasciare la propria auto, con una ricaduta significativa su traffico, scorrimento e inquinamento.

In particolare, guardando ai dati relativi ai tempi medi per la ricerca di un parcheggio, i residenti delle grandi città sono quelli che impiegano più tempo per trovare un posto auto, con una media di circa 6-7 minuti. Nelle città medie il dato si riduce a 4-5 minuti, mentre scende addirittura a 3-4 minuti nelle città di piccole dimensioni3.

Un’ulteriore perdita di tempo, può, inoltre, essere il pagamento della sosta, quando le tecnologie non vengono in aiuto. Le app ovviano soltanto parzialmente al problema: il parcometro, infatti, rimane il metodo più usato, nonostante in molte città non si sia ancora provveduto ad abilitare gli emettitori ai pagamenti elettronici, come previsto dalla Legge di Stabilità 2016, a decorrere dal primo luglio di quest’anno. Città come Milano o Torino sono già perfettamente in regola con le disposizioni del Governo, altre, come Genova e Firenze, si sono parzialmente adeguate, mentre le città del Centro e del Sud sono ancora ben lontane dall’adeguamento tecnologico imposto dalla Legge di Stabilità: in alcuni casi, infatti, i parcometri sono ancora quasi totalmente sprovvisti di strumenti per il pagamento elettronico. La beffa, oltre al danno: è infatti proprio al Centro Sud, secondo l’Istat, che il problema del parcheggio è ancora più sentito dai cittadini, salendo a quota 40,8% nel Centro e 38,7% nel Sud. (Foto dal Web Vesuvo live).

Redazione