Pozzuoli

È scattata all’alba l’operazione anticamorra che ha portato a 42 arresti tra i quartieri di Toiano e Monterusciello a Pozzuoli e Licola, nella zona di Giugliano: in manette presunti affiliati, tra capizona e gregari, del clan dei Longobardi-Beneduce. Le accuse sono pesantissime. Vanno dall’associazione a delinquere finalizzata alla gestione del traffico di droga nelle zone della movida flegrea alle estorsioni. Gli indagati dovranno rispondere anche di lesioni personali aggravate e detenzione e porto abusivo di armi, tutto aggravato dal metodo mafioso. 

Per il pool anticamorra della Dda che indaga da anni sulla camorra flegrea, i 42 arrestati avrebbero tentato di rimettere in piedi il sodalizio criminale che a Pozzuoli ha dettato legge per anni. 

E per farlo non esitavano a pestare a sangue gli imprenditori e i commercianti tra Pozzuoli e Quarto per convincerli a pagare le rate mensili del pizzo. Tra le vittime del «sistema Longobardi-Beneduce» c’erano anche alcuni parcheggiatori abusivi, costretti a dare una percentuale del loro guadagno per gli «Amici di Pozzuoli».

Parcheggiatori abusivi, poi, che venivano costretti anche a fare da vedetta per conto del clan, avvisando i pusher dell’arrivo dei carabinieri o della polizia per evitare gli arresti e soprattutto il sequestro della droga. Nell’operazione «Penelope bis», seconda ondata di arresti dopo quelli del 2010 con gli 86 arresti compiuti allora, ha visto all’alba l’impiego di oltre 200 carabinieri della compagnia di Pozzuoli, diretta dal capitano Elio Norino, del battaglione Campania e del Comando provinciale di Napoli.