Casamarciano

Un gesto di solidarietà e vicinanza ed un’amicizia tra comunità ferite entrambe, in tempi diversi, dal terremoto. Casamarciano e Monte Cavallo, comune di 145 abitanti in provincia di Macerata colpito lo scorso 30 ottobre da un devastante sisma, hanno celebrato insieme la festa di San Clemente, santo patrono della cittadina del Nolano. Una giornata carica di emozioni e ricca di significato per i due paesi, lontani eppure uniti dallo stesso incrollabile attaccamento alla propria identità ed alle proprie radici.

Dopo la Santa Messa celebrata dal Vescovo di Nola, il sindaco di Casamarciano Andrea Manzi, il sindaco di Monte Cavallo Pietro Cecoli, il presidente del Tavolo dei Comuni e sindaco di Marigliano Antonio Carpino, i sindaci di Comiziano e Scisciano, Paolino Napolitano ed Edoardo Serpico, hanno sfilato insieme accompagnando il santo patrono sino alla ripida salita che conduce all’originaria chiesetta che ospitava il simulacro, sulla collina che domina la valle sottostante. Tra due ali di folla, sospinto dai cullatori e dalla catena umana di fedeli che nell’ultimo tratto hanno aiutato l’ascesa della statua sino al tempietto, San Clemente ha infine raggiunto la sua originaria “casa” al culmine una processione faticosa e suggestiva.

Al termine della giornata di celebrazioni, il sindaco Manzi ha consegnato al collega marchigiano un assegno da parte della comunità, il ricavato della sesta edizione del festival del teatro “Scenari Casamarciano” che verrà destinato ad aiuti per la popolazione montecavallese. «Oggi non vogliamo solo celebrare il nostro patrono», ha detto il sindaco Andrea Manzi, «ma anche dare un tangibile segnale di fratellanza e solidarietà. Agli amici di Monte Cavallo, colpiti da una tragedia che abbiamo conosciuto nel 1980, vogliamo dire che Casamarciano c’è, vi sarà vicina. Con forza e coraggio ricostruirete, il sudore e la forza di questa catena umana siano il simbolo della vostra rinascita».

«Il caso ha voluto – ha dichiarato il sindaco Pietro Cecoli - che in questi giorni di sofferenza per il Comune che amministro, io tornassi in Campania dove mi trovavo il 23 novembre del 1980, data del sisma che ha distrutto l’Irpinia. Un segno del destino che ha deciso di unire le nostre due comunità. A Casamarciano ed ai casamarcianesi va il nostro ringraziamento per il sostegno in questi momenti difficili».