di Luciano Trapanese

Ci sono donne sequestrate, picchiate, sfruttate, abusate, a volte anche uccise. Ma che nessuno ricorda. Sono immagini sullo sfondo, come ologrammi mezzi nudi sul ciglio delle strade. Pronte a offrire piacere per poche decine di euro. D'estate, d'inverno. La notte, il giorno.

Sono le puttane straniere.

Non vengono ricordate neppure nel giorno dedicato alla violenza contro le donne. Eppure sono decine di migliaia. Un piccolo esercito di disperate. Che non si nasconde, anzi: le trovate tutte lì, esposte e in attesa. Su tante strade della Campania. Ma sembra siano invisibili. Come invisibile resta il loro dolore. In fondo, sono donne di piacere. La loro sofferenza conta poco.

Esistono per altro.

Sono schiave. Lo sanno tutti. Ma non basta a farle considerare vittime. Vittime come le altre. Come tutte le donne che subiscono violenze, che vengono deturpate con l'acido, bruciate, massacrate, spinte al suicidio dalla furia devastante della gogna via web.

Quasi tutte cose che accadono anche a loro. Con una ulteriore aggravante: vengono sequestrate, torturate, stuprate da uomini, per costringerle a vendersi ad altri uomini. Un corto circuito che non può che suscitare orrore. Lo stesso orrore che trasuda da storie diverse dalla loro. Storie che, però, trovano la giusta compassione dell'opinione pubblica.

Per loro, le puttane straniere, la pietà non esiste. Perché loro non esistono. Sono solo puttane.

E' dagli inizi degli anni '90 che sono lì, sulle strade della Campania. Soprattutto nel Casertano, nel Napoletano, in alcune aree dell'Agro Nocerino Sarnese, lungo la Litoranea che collega Salerno a Paestum.

Sono quasi tutte dell'Europa centro-orientale (albanesi, polacche, romene, ucraine, moldave), e nigeriane.

Le ragazze dell'Est sono sfruttate da gruppi criminali o piccoli clan familiari. Nel tempo hanno organizzato un vero traffico di schiave.

Ma chi sono queste ragazze? Sono giovanissime e quasi tutte provengono da famiglie disagiate e con scarsa istruzione. Il controllo dei protettori è serrato. In molte hanno raccontato la stessa dinamica: i lenoni alternano la violenza selvaggia con atteggiamenti quasi teneri e delicati. Il motivo? Lasciar intravedere un coinvolgimento sentimentale dell'uomo.

Le ragazze nigeriane costituiscono la parte più consistente della prostituzione on the road in Campania. Vengono quasi tutte dallo stato di Edo, soprattutto dalla capitale Benin City e dai villaggi rurali del sud. Sono spesso completamente analfabete, una condizione che facilita la sottomissione e il coinvolgimento nel giro della prostituzione. Molte hanno raccontato che sono stati gli stessi genitori a cederle agli sfruttatori. «Consideravano il mio viaggio in Italia un investimento per la famiglia».

Altre hanno intrapreso il viaggio per disperazione, ma sapendo quello che avrebbero dovuto fare del loro corpo in Italia.

Il loro rapporto con gli sfruttatori continua a essere basato sulla “restituzione del debito”. Debito che loro stesse, o le famiglie, hanno contratto con le agenzie criminali. Vengono anche sottoposte a riti voodoo da sacerdoti – guaritori: un'altra formidabile arma di ricatto.

Arrivano in Italia da clandestine e dopo qualche anno svaniscono nel nulla. Non resta traccia della loro vita. Zero. Probabilmente non le ricorderanno neppure i loro clienti, gli stessi che le hanno usate per pochi minuti di squallido piacere.

 

La giornata contro la violenza sulle donne è anche per loro. Vittime quotidiane di abusi a pagamento.