Benevento

X + y = 2xy. Era il classico errore al liceo di chi era distratto o completamente a digiuno di regole matematiche. In rosso, poi, ti compariva sul compito di matematica il fatidico 3 e il classico “Hai sommato mele con patate”. Errore che secondo l'ex assessore al bilancio Coppola sarebbe stato commesso nel computo dei debiti del comune di Benevento. Sommando mele e patate, a suo dire, si sarebbe arrivati ai 101 milioni che di fatto hanno dato il via al dissesto finanziario.

Lo hanno spiegato in una conferenza stampa questa mattina proprio Coppola e l'ex sindaco Fausto Pepe. Conferenza al vetriolo, in particolare per le considerazioni dell'ex primo cittadino, che ha rivendicato quanto messo in campo per risanare i conti lanciando bordate a Mastella. “O non sa leggere o è un bugiardo”, ha dichiarato, facendo riferimento alle considerazioni relative alle dichiarazioni di Mastella sul dissesto. “Dichiarazioni gravissime quelle comparse sui social...ma evidentemente Mastella pensa che si faccia il sindaco scrivendo su Facebook o lanciando nuovi movimenti politici”.

Pepe ha ricordato le tappe del suo mandato, quando già nel 2006, appena eletto, si trovò a dover pagare oltre 6 milioni di euro di debiti legati alle passate gestioni: “In tutto ne abbiamo pagati 54 milioni in dieci anni, e non ci siamo preclusi la candidatura nell'Unesco, il Piu Europa, la differenziata al 70 per cento, tutto questo abbassando la spesa corrente da 72 a 56 milioni, e questo ci ha fatto perdere le elezioni. Mastella evidentemente ignora che il Comune di Benevento non è mai stato ricco, e che amministrare questo comune vuol dire avere a che fare anche con questi problemi. Invece dichiara dissesto per tre milioni di euro, peraltro dopo cinque mesi di vacatio amministrativa in cui non ha prodotto un solo atto”.

L'ha messa dal punto di vista tecnico, semplificata dal classico di patate e mele, l'ex assessore Coppola: «La relazione di Porcaro è viziata da una sommatoria erronea: un castello che arriva a 101 milioni ma che è appunto un castello di carta. Innanzitutto, l'anticipazione di cassa non è un debito, bisogna chiarilo, anche perché come si può tener conto di un semestre piuttosto che di un altro? E ancora: le passività potenziali, sono appunto potenziali, e come tali non ascrivibili nel campo debiti, al massimo ci si possono apporre degli accantonamenti.

Aver messo le somme relative ai debiti potenziali tra i debiti veri è di una scorrettezza enorme. In quel computo compare persino una messa in mora del comune. I debiti fuori bilancio sono tre milioni, e diventeranno patrimoniali quando verranno riconosciuti dal consiglio comunale». Coppola spiega poi, a suo modo di vedere, da cosa risulta viziata la relazione di Porcaro: «E' la relazione di un tecnico, che ovviamente ragiona a bocce ferme. La politica invece de trovare soluzioni. Io sono convinto che era da rifare il piano di rientro, ma non è stato fatto. E l'inazione su questi argomenti è grave responsabilità.

E' ben noto che il problema di questo Comune è la riscossione tributaria. Noi avevamo fatto un bando per una riscossione innovativa, ma ora quel bando giace. Ed è grave. Perché se non si risolve il problema della riscossione il Comune tra dieci anni potrebbe andare ancora in dissesto, e così via». E che il dissesto non sia la panacea di tutti i mali Coppola lo precisa dopo: «Si rischia di andare in dissesto per soli tre milioni, ma non è che poi si risolve tutto. Ad esempio, i milioni di euro di debiti potenziali non rientrano nel dissesto, e se li porteranno nella nuova gestione, se saranno riconosciuti. Trenta milioni poi sono stati già pagati...insomma, un pasticcio. Io sono sempre dell'avviso che sia meglio un piano di riequilibrio ben fatto, sotto il controllo della Corte dei Conti, che un dissesto e una gestione senza vincoli». 

Cristiano Vella