Matix a Castelbaronia per la vicenda della parità di genere in Giunta, che ha visto come protagonista Patrizia Reale, come già noto, nominata assessora pur essendo capogruppo di opposizione. Reale è stata l’unica consigliera donna ad offrire la disponibilità per ricoprire tale incarico e afferma:
“Ad oggi dobbiamo chiederci perché si è arrivati alla nomina di un'assessore di minoranza. Il Sindaco la ritiene una imposizione.
Bene, dopo due anni di diffide da parte del Difensore Civico e della Prefettura per adeguarsi alla legge sulla parità di genere, il Sindaco non ha mai dimostrato l'intenzione di mettersi in regola con la legge. Perché tanto interesse "alla poltrona"? Bisognerebbe capire questo.
Nessuno contesta la scelta delle tre donne di maggioranza relativamente al rifiuto della carica di assessore (anche se viene da chiedersi perché si sono candidate) ma non è assolutamente accettabile il rifiuto da parte del sindaco di accogliere la disponibilità a coprire la carica di una delle quattro concittadine che hanno reso la loro disponibilità in tal senso.
Il Sindaco, a giustificazione della sua scelta scrive testualmente al Prefetto: "è quasi superfluo soggiungere che le persone di genere femminile che hanno dato la loro disponibilità postuma (luglio2014) a ricoprire cariche assessoriali sono acerrimi avversari della mia compagine amministrativa, legati da vincoli di stretta parentela e/o affinità a consiglieri eletti e non eletti di minoranza, come tali è altresì per carenza di specifiche competenze e attitudini, non sono meritevoli, a mio avviso, di assistermi nel governo collegiale dell'Ente."
È superfluo ricordare che lo Statuto Comunale dice che:"la giunta delibera con la metà più uno dei suoi componenti ed a maggioranza assoluta dei voti. In caso di parità prevale il voto del Sindaco o chi ne fa le veci"
Quindi, il Sindaco poteva risparmiarsi la battuta su canale 5 "come faccio a governare se il 50% della giunta vota no". Questo poteva accadere anche prima, o bisogna votare assolutamente si pur non essendo d'accordo?
Voglio aggiungere che dopo le rinunce delle tre donne di maggioranza, dopo il rifiuto da parte del Sindaco di nominarne una delle quattro concittadine che ne hanno fatto legittima richiesta, ipotizzando la mia rinuncia a diventare assessore si sarebbe proceduto ad emanare un bando esterno contrariamente a quanto prescrive lo statuto comunale del 2004 e tutt'ora in vigore, così come riportato nella lettera di invito all'accettazione della carica inviata dal commissario ad acta.
Quindi si, io sono d'accordo con il giornalista Porro conduttore di "Matrix" su canale 5 quando afferma che se per far rispettare una legge interviene una forzatura da parte delle istituzioni potrebbe crearsi un disagio, "casino". Le istituzioni però devono vigilare e correggere anomalie consolidate ed incancrenite per anni, talvolta anche con delle forzature. In poche parole, quando richiesta, esercitare quella funzione di controllo necessaria rispetto a situazioni sospette. Dopo due anni di carte bollate è il minimo. Non voglio sforzarmi di capire, o meglio sono fin troppo chiari i motivi di tale ritrosia rispetto all'applicazione della legge in parola, ed è proprio questo che mi differenzia da loro. Grazie per la visibilità che avete dato a questa mia battaglia, ribadisco, il mio unico fine non è quello di essere assessore bensì che in giunta ci sia parità di genere così come prevede la legge.”
Redazione