Il giallo di quella scarpetta scomparsa e i silenzi ed omertà nel Parco Verde di Caivano, quello degli orrori, violenze e pedofili.
La seconda udienza ieri del processo per la morte di Fortuna Loffredo, sei anni, è stata dedicata all’ascolto dei primi testimoni. Il primo a parlare è stato il maresciallo dei Carabinieri Dario Gallo che quel maledetto 24 giugno di due anni fa arrivò per primo sul posto. Ha raccontato che, una volta arrivato, il corpo della piccina non era più sul selciato. Due vicini avevano preso in braccio Chicca e l’avevano portata in ospedale. Il militare ha affermato che sul posto non c’erano tracce di sangue compatibili con la caduta e fu trovata solo una scarpa. Un altro mistero su cui la madre di Fortuna, Mimma Guardato chiede chiarezza, giustizia guardando in Tribunale, Titò, il presunto orco di sua figlia, e la sua compagna Marianna Fabozzi.
Anche nel racconto del maresciallo Martino il racconto del muro di omertà alzato nel rione e delle difficoltà incontrate nel raccogliere testimonianze e verità in quel parco degli orrori.