Caivano

 

di Simonetta Ieppariello

Il corpo di una bimba straziato, abusato. Una autopsia che ha restituito uno spaccato di atroci violenze consumate sul corpo della piccola Chicca, sei anni e un inferno di dolore. Ma nessuno ha visto quel corpicino cadere, volare giù da quel balcone su cui le indagini collocano la scena degli abusi.

Domani mattina c'è la nuova udienza del processo che vede imputati Raimondo Caputo detto Titò, chiamato a rispondere di omicidio volontario e abusi sessuali e la sua ex convivente Marianna Fabozzi - imputata di omessa vigilanza sulle figlie e di non aver impedito che Titò abusasse di loro - spunta un misterioso testimone. Una donna. Una persona che ribalta la scena dell’atroce delitto.

Dichiarazioni pensatissime che ribaltano la tesi e il quadro istruttorio del giallo orrore del parco verde di Caivano. Non si sa chi sia, neanche la mamma della piccola Fortuna. Quanto riferito è coperto e tenuto strettamente riservato. Rigorosamente anonimo, il nuovo testimone del parco Verde afferma: «Come ho già detto in televisione (ieri a Mattino 5, ndr) il punto dove si sarebbe schiantata la bambina non è quello dal quale sono partite le indagini. La posizione del corpo era parallela al muro dell'Isolato, con la testa rivolta verso l'interno del cortile e i piedi in direzione opposta. Nessuno ha visto Chicca cadere. Perché parlo solo ora? Ho avuto e ho paura. E anche per un rimorso di coscienza, che si è fatto insopportabile per la recente storia di un presunto caso di pedofilia su una bimba di quattro anni che sarebbe stata abusata, qui nel Parco Verde, dallo zio e dal nonno».

Quanto dichiarato se accertato ribalterebbe e annullerebbe la ricostruzione effettuata dai Ris di Roma. 

E allora, analizzando questo nuovo scenario, prenderebbe forza un'ipotesi avanzata da Vincenzo Guardato, il nonno materno di Chicca, che già nelle ore successive alla scoperta dal corpo agonizzante della bambina disse al Mattino che la nipotina era stata uccisa in qualcuno degli appartamenti dell'Isolato 3, e che sarebbe stata portata giù dal suo assassino o con l'ascensore o addirittura a piedi, e che questi l'aveva poi adagiata sul selciato, passando per una porta attigua all'ascensore.