Cade oggi il decennale della morte di Mario Merola. Ma a Napoli nessuno si è preoccupato di ricordarne ciò che ha rappresentato: un pezzo importante della cultura musicale, teatrale, cinematografica e sociale della Campania. Nessuna celebrazione ufficiale. Ma sono tanti gli artisti che non dimenticano, che - polemizzando - sono pronti a dedicargli una serata speciale. Sono «I figli di Mario». E dinanzi al menefreghismo delle Istituzioni si sono già attivati per organizzare una serata dedicata al re della sceneggiata. Si terrà mercoledì prossimo al teatro Posillipo. Tra i promotori il consigliere regionale verde Francesco Emilio Borrelli e lo speaker e autore radiofonico Gianni Simioli.
«Siamo tutti un poco figli di Merola», spiegano i due in un'intervista resa al Mattino, «Durante la serata vorremmo consegnare al sindaco de Magistris una petizione popolare per ottenere che a Mario sia dedicata una strada, una piazza o anche un vicolo come richiesto più volte dalla famiglia». Al Posillipo non andrà in scena una semplice manifestazione improntata sul ricordo e la memoria. L'obiettivo è piuttosto quello di riflettere sulla figura di Merola per evidenziarne i tratti della napoletanità. Lo si farà attraverso gli interventi di Federico Vacalebre, Pasquale Scialò, Geo Nocchetti che fu biografo dell'artista, Stefano De Matteis, Natascia Festa.
Non mancheranno però le gag. Quelle di Roberto Colella, Andrea Sannino e Marco Zurzolo, che metteranno in scena riletture, più o meno audaci, degli hit meroliani, sottolineando affinità e divergenze tra passato e presenze, grand guignol boviano e «Chiamate Napoli 081».