Nessuna responsabilità, nessun colpevole. Tredici ragazze nel fiore degli anni morte. La strage delle tredici studentesse Erasmus, di cui sette italiane, morte nel sonno fra le lamiere contorte di un bus catalano non avrà un processo penale. A quasi otto mesi dalla tragedia di Freginals del 20 marzo scorso, la giovane giudice spagnola di Amposta Gloria Granell Rul ha infatti archiviato tutto: «Viste le risultanze delle investigazioni non si ravvisa una responsabilità così grave da essere punita penalmente». Nel registro degli indagati, per omicidio colposo plurimo, c’era un solo nome: quello del conducente, il sessantaduenne dipendente della Autocares Alejandro che stava riportando a Barcellona gli studenti dopo una giornata di festa a Valencia. «Mi sono addormentato», riuscì a dire ai soccorritori prima di perdere conoscenza. Poi si riprese ma non aprì più bocca.
Dunque l'inchiesta viene archiviata e lo sgomento è tanto. Soprattutto dei familiari di quelle ragazze, come dei genitori di Valentina Gallo di orgini irpine, di Vallata per la precisione.
Nella decisione di archiviazione, contro la quale può essere presentato ricorso, il magistrato ha escluso, riferisce l’agenzia spagnola Efe, che l’incidente sia stato dovuto a problemi meccanici o alla guida imprudente dell’autista e ha rinviato le parti al procedimento civile. “Siamo stupefatti e nuovamente sotto choc”.
Lo dice all’ANSA Alessandro Saracino, padre di Serena, una delle studentesse Erasmus morte lo scorso marzo nell’incidente stradale.
“Ci riserviamo di procedere legalmente in tutte le sedi competenti e chiederemo all’Unione Europea di prendere posizione sulla vicenda”, aggiunge in merito alla decisione del tribunale di Tarragona di archiviare la causa penale sull’incidente costato la vita a 13 studentesse, sette delle quali italiane.