Il teatro novecentesco di Ugo Betti, torna sul palco del Teatro Genovesi a Salerno con la Compagnia dell’Eclissi che porta in scena, sabato 12 (ore 21.15) e domenica 13 novembre (ore 19), lo spettacolo dal titolo “Delitto all’isola delle capre”. La regia è di Uto Zhali. In scena Lea Di Napoli (Pia), Marianna Esposito (Agata), Roberto Lombardi (Angelo) e Marika Mancini (Silvia). L’allestimento scenico è di Luca Capogrosso; tecnici delle luci e del suono, Carmine Fedullo e Giuseppe Mancaniello; costumi, Angela Guerra; direzione di scena, Valeria Di Lorenzo. Per la critica Ugo Betti, come commediografo del novecento, è secondo solo a Pirandello. “Delitto all’isola delle capre” è tra i lavori di Betti che hanno stuzzicato la curiosità della Compagnia dell’Eclissi di Salerno e così ritorna in scena questo fine settimana al Teatro Genovesi di Salerno.
“Delitto all’isola della capre” fu scarsamente apprezzato nelle prime rappresentazioni in Italia avutesi nell’immediato dopoguerra ma riscosse successivamente grandi consensi a Parigi. In Italia nel centenario della nascita (1992) di Betti il dramma è stato messo in scena dalla compagnia Gastone Moschin- Marzia Ubaldi con un notevole successo di critica e di pubblico.
LA TRAMA. La condizione umana è rappresentata nel dramma di Betti da un’isola e da un pozzo. Uno spazio libero che sa di vento, mare, capre al pascolo e l’altro chiuso, oscuro e sconosciuto. In questo luogo, su quest’isola vivono Agata, Silvia e Pia, tre donne sole destinate ad innamorarsi di uno straniero, Angelo, dall’aspetto ambiguo e misterioso e che parla una lingua diversa. Proviene da lontano, dice di aver girato molto e di essere stato compagno del professore Enrico Ishi marito di Agata, padre di Silvia e fratello di Pia, e da lui, prima di morire inviato sull’isola per essere di aiuto alle sue donne rimaste sole. Una banale circostanza finirà per scatenare tra le donne le rivalità, gli odi, le gelosie, i desideri sessuali repressi, antichi livori in un crescendo che coinvolgerà tutti. Ognuno, a suo modo, cercherà di trarsi fuori dalla storia e di porre fine ad una condizione meschina e dolorosa. Perché, come rivela Agata in un dialogo con la figlia, “il concetto di eternità sfugge al pensiero umano o forse è il concetto opposto che sfugge al pensiero umano”.
Redazione Salerno