Sant'Antonio Abate

«Tutti sognano un grande giorno in un luogo incantato dove essere principi e principesse», recita il trailer del cliccatissimo sito web dedicato a La Sonrisa. Sogno rovinato con un provvedimento giudiziario del Tribunale di Torre Annunziata che, dopo un sequestro durato quasi quattro anni, ha messo la parola fine ai matrimoni da favola.

C’è chi la vorrebbe rasa al suolo la Sonrisa come i Verdi e chi invece la vorrebbe vedere trasformata in un parco giochi per bambini, se il Comune ne cambiasse la destinazione d’uso. Dopo il sequestro, la confisca. E rischia di finire la storia del complesso che ha ospitato per anni l’appuntamento di Rai Uno “Napoli prima e dopo” e poi il celebre reality “Il boss delle cerimonie”. 

Sarebbe stata costruita abusivamente da moglie e fratello del cosiddetto boss dei matrimoni, Antonio Tobia Polese, l’ex macellaio diventato famoso con le nozze opulente “alla napoletana”:  Polese è attualmente ricoverato in ospedale per problemi cardiaci, ma sta bene e  non è destinatario di alcun provvedimento giudiziario, non risultando proprietario della struttura. La moglie e il fratello hanno riportato invece una condanna a un anno di carcere per aver lottizzato illegalmente l’area su cui è stata costruita la Sonrisa, tra il 1979 e il 2011. Secondo i giudici, nei terreni in cui si trova l’hotel, infatti, sarebbero stati compiuti “ripetuti abusi edilizi” con l’obiettivo di “lottizzare la zona” e solo tra 90 giorni si conosceranno nel dettaglio le motivazioni della sentenza.

Ma la famiglia di Polese ha già annunciato ricorso in appello.

La Sonrisa col tempo è diventato il monumento delle nozze in stile meraviglia con il “salone reale” con la rosa dei venti maiolicata stile moderna Santa Chiara e soffitti affrescati in perfetto finto Settecento.