Caivano

Verità contrapposte. Orrori e violenze sul corpo di una bimba di sei anni. Verità e accuse che si incrociano nell’aula di un tribunale e sguardi che si incrociano come colpi di coltello. Ieri alla sbarra per la morte di Fortuna Loffredo abusata e uccisa nel Parco Verde di Caivano c’era Raimondo Caputo detto “Titò” accusato di aver abusato di tre bambine ma soprattutto aver ucciso la piccola Fortuna. La Procura di Napoli Nord ipotizza nei confronti della ex compagna dell’uomo, Marianna Fabozzi, il concorso nelle violenze ai danni di una delle piccole vittime. Intanto Mimma Guardato, la mamma di Fortuna, vuole la verità. Ma anche Pietro Loffredo, il papà di Fortuna, ha una sua verità. L’uomo che era detenuto all’epoca dei fatti e oggi dice: «Non è stato Titò ad ammazzare mia figlia. In quel momento era giù, credo a chi me lo ha detto».

«Leggete le carte – l’ordinanza di arre- sto per Titò ndr – Raimondo Caputo non è il colpevole. Mia figlia è stata uccisa da un altra persona».  Sul tavolo c’è poi la versione di Caputo, che ha sin qui sempre respinto le accuse, chiamando in causa la Fabozzi. La donna, a sua volta, si ritrova indagata a Napoli per l’omicidio del figlio, Antonio Giglio, morto un anno prima di Fortuna in circostanze analoghe. I due presunti orchi, su cui pesano accuse terribili erano chiusi in due celle, due gabbie, con lo sguardo perso.

Il cardine dell’accusa contro Caputo sono le dichiarazioni delle tre bambine sentite nella fase delle indagini con lo strumento dell’incidente probatorio. Uno spaccato atroce di violenze perpetrate ai bimbi di quel palazzo tra androni e case.Storie d’inferno, come i racconti dell’amica del cuore di Fortuna, che oggi ha dieci anni e sostiene di aver appreso da Caputo, mentre abusava di lei, che era stato lui a uccidere Chicca e di avergli chiesto: «Ma perché l’hai fatto? Sei cattivo?». Titò, scrollando le spalle, le avrebbe risposto solo «Non fa niente». Il presidente Barbarano garantisce che la Corte intende «andare in maniera spedita». Prossima udienza, mercoledì prossimo.