Sulla nuova tappa dell'inchiesta sulla mensa scolastica che questa mattina ha portato al sequestro di beni per un valore di oltre un milione di euro nei confronti di due amministratrici della società ristorò, intervengono i consiglieri comunali del Movimento 5 Stelle, Nicola Sguera e Marianna Farese. “L’enorme gravità di quanto dichiarato dagli inquirenti – scrivono in una nota - in merito alla gestione della mensa scolastica e dei pasti per i malati psichiatrici gestiti dalla Ristorò non può risolversi solo in una questione giudiziaria, che rende giustizia a tutti i soggetti che si sono impegnati negli ultimi anni nella denunzia (associazioni, comitati dei genitori), ai quali il M5S nazionale ha dato eco attraverso un’interrogazione (firmata da Luigi Gallo e Manuela Serra) ai ministri Giannini e Lorenzin per denunziare proprio la violazione delle norme igieniche e la qualità scadente del cibo servito in 14 mense scolastiche di Benevento. L’interrogazione si chiudeva chiedendo «se [i Ministri] abbiano adottato iniziative di competenza a riguardo o intendano intervenire per la tutela della salute delle persone coinvolte nella vicenda, anche in considerazione della loro giovane età; se intendano, nell'ambito delle proprie competenze, avviare un'indagine al fine di chiarire i fatti descritti». Era il marzo 2015.
Purtroppo constatiamo – spiegano Farese e Sguera - che ancora una volta deve essere la magistratura ad intervenire, come chiudere la stalla quando i buoi sono scappati, dopo che i bambini e i malati psichiatrici sono stati costretti (per quanto tempo?) a trangugiare cibo di pessima qualità. Viene colpito un sistema malato, in cui l’imperativo categorico, che non riconosce alcun ostacolo, è l’aumento del profitto («La Guardia di Finanza accertava un disegno criminoso finalizzato ad aumentare i guadagni d'impresa»). Ma, al di là delle responsabilità dirette, che saranno accertate dalla magistratura, esistono responsabilità latamente politiche? La classe dirigente – spiegano i 5 Stelle -, e non solo il Sindaco che ha guidato la città, ma gli Assessori al ramo e i Dirigenti responsabili del settore, si sentono chiamati in causa da questa vicenda scandalosa su cui non è più possibile chiudere gli occhi o gridare al complotto? Nel rivedere il servizio di Antonio Crispino per «Il Corriere della Sera», che tanta eco ebbe, fa ancora specie l’arroganza con cui il comandante Moschella, all’epoca Dirigente del Settore Servizi al Cittadino, si mostra totalmente impreparato sull’argomento e poi reagisce con tono inquisitorio nei confronti del giornalista incredulo. Una sintesi, insomma, dell’atteggiamento della passata amministrazione, fatto di sottovalutazione ed arroganza, di cui si può dire con certezza, senza per ora spingersi oltre, che non ha svolto un controllo adeguato sul proprio servizio mensa. Insomma, è necessario un giudizio politico, inevitabilmente tanto più severo quanto più, come scrivono i magistrati, i soggetti lesi sono «deboli, non in grado di far valere le proprie ragioni e diritti».
La magistratura – concludono i consiglieri comunali Farese e Sguera - faccia il suo corso. Il compito della politica, però, è non solo addivenire ad un giudizio “storico” ma anche evitare che gli errori si ripetano: in questo caso accettando di buon grado il controllo “dal basso” che viene esercitato quotidianamente da associazioni, soggetti coinvolti in prima persona, in senso letterale “sulla propria pelle” e, last but not least, dalla stampa”.