Avellino

 

di Marco Festa

In crisi in campo, impelagato in una serie di annose vicende extracalcistiche appena al di fuori dello stesso: non c’è pace per l’U.S. Avellino. Questo pomeriggio la squadra biancoverde ha iniziato la preparazione in vista della trasferta in programma domenica, alle 15, a Carpi, ma l’attenzione della società rispetto alle vicende relative al terreno di gioco è inevitabilmente rivolta al campanello d’allarme risuonato, stamattina, da Palazzo di Città. Nel corso del “question time” la consigliera d’opposizione Francesca Di Iorio ha sollevato il problema dell'incassso dei crediti che il Comune di Avellino vanta nei confronti del club irpino per quanto riguarda l’utilizzo del "Partenio-Lombardi". Un concetto ribadito dalla stessa Di Iorio, anche ai microfoni di Otto Channel 696, a margine dell’appuntamento istituzionale: «In realtà ero a conoscenza di una morosità inferiore: quello degli 803mila euro è un dato che ci ha fornito l’assessore Valentino, oggi, proprio nel corso dell’interrogazione. I dati accertati dal dirigente delle finanze, e quindi dall’ufficio competente, ammontavano invece a 720mila euro. La questione è semplice: c’è una morosità, esiste ed è relativa a canoni pregressi, che partono dal 2009 ed arrivano al 2016». 

La Di Iorio non usa mezzi termini per commentare la situazione che si protrae ormai da diversi anni: «L’Avellino gioca abusivamente al "Partenio-Lombardi” in virtù del fatto che nella convenzione del 2013, firmata dall’A.S. Avellino con il dirigente comunale Chiaradonna, all’articolo 2, la condicio sine qua non affinché questa convenzione esista è il preventivo pagamento dei 350mila euro che corrispondevano, allora, all’ammontare dei canoni non pagati. Nel frattempo siamo arrivati al 2016 ed il debito è aumentato a 803mila euro. Abbiamo incassato la disponibilità dell’assessore Valentino a procedere al recupero dei crediti anche in virtù del fatto che c’è una delibera commissariale, la 210, che vieta tassativamente di procedere ad una compensazione tra i canoni dovuti e i costi per i lavori effettuati».