Benevento

E' una piccola favola quella di Andrea Caputo, ragazzone di Torre del Greco che si è innamorato della palla ovale. Quello sport duro, che spesso fa tanta paura soprattutto alle mamme, ma che insegna tantissimo a chi lo pratica. Lealtà e coraggio sono alla base. E' cresciuto con questi valori Andrea che domenica ha festeggiato il suo diciottesimo compleanno. Per lui niente festa di rito con gli amici e nessun ballo in discoteca. Era in ritiro a Pesaro con la sua squadra, l'Ottopagine Rugby Benevento, che presto per lui si è trasformata in una seconda famiglia. La società lo ha accolto a braccia aperte quando è sbarcato a Benevento per intraprendere l'avventura dell'Accademia Federale. Andrea ha deciso anni fa di provare a giocare seriamente. Si è allenato tanto, è cresciuto mentalmente, tecnicamente e fisicamente fino al punto di entrare già nel 2015 nei radar dell'allenatore della prima squadra Alessandro Valente. Quello del tecnico per il talento partenopeo è stato un vero e proprio colpo di fulmine. Più volte ci aveva raccontato:”C'è un ragazzo delle giovanili che farei già giocare in prima squadra”. Quel giorno però è arrivato presto e nel momento più importante. “A Rubano -ci raccontò in una telefonata prima della finale d'andata per la promozione in serie A- porto anche Caputo. E non escludo che possa anche esordire”. Andò proprio così. Caputo fece il suo esordio nei minuti finali, quelli più importanti, e con due placcaggi salvò il risultato. Un impatto mostruoso sulla partita. Una personalità e una tranquillità che stupirono tutti. “Era il più tranquillo di tutti -ci confermò Valente nella settimana che precedeva il match di ritorno-. Domenica gioca dal primo minuto, non mi interessa che ha 17 anni, questo è forte e gioca”. L'investitura ufficiale arrivò pochi giorni dopo al Pacevecchia con Caputo titolare nella magnifica vittoria contro i veneti che regalò la serie A. Una festa a cui il tre quarti centro ha partecipato da attore protagonista senza sapere che il primo desiderio del suo tecnico fu quello di trattenerlo per la serie A. Un desiderio che si è trasformato in realtà nel corso dell'estate perché Andrea a Benevento sta bene, la città della palla ovale l'ha fatto crescere e la sua Torre del Greco non è così distante. Il fascino della serie A ha fatto il resto e l'esordio col Pesaro nel match d'andata è stato di livello. Ha giocato dal primo minuto in tutte le partite fino ad ora disputate perché Valente a lui non rinuncia mai. Ha la faccia pulita, una grande educazione e un placcaggio di ferro che lo hanno trasformato in uno dei giocatori più importanti della squadra. I compagni lo stimano, è un po' il fratellino minore di tutti. Gioca al fianco di Alessio Altieri, uno che ha il fisico da rugbista di razza e dà tranquillità con i suoi atteggiamenti positivi. Ma il bello doveva ancora venire. Perché sabato sera a Pesaro è arrivata una torta a sorpresa, il giusto premio per chi si apprestava a giocare la prima partita da diciottenne. Match nel quale la squadra ha stravinto e lui si è regalato una meta nel momento più delicato dell'incontro. Un segno del destino, un premio per chi ha creduto nelle proprie possibilità e ha sfruttato le occasioni che la società gli ha offerto. Una meta che porterà per sempre nel cuore. E nella nostra classica telefonata post partita con Valente, una di quelle che vengono definite a “microfoni spenti” perché la “confidenza” prende il sopravvento, la domanda è nata spontanea:”Ma tu uno che va in meta a 18 anni col Rugby Benevento in serie A te lo ricordi?” La risposta è secca:”No, solo Carlo Canna”. Ma quello lì è un fenomeno che tra qualche giorno guiderà l'Italia contro i mostri sacri degli All Blacks. Caputo non è Canna, uno come carletto nasce una volta ogni 30 anni, ma sta lavorando per diventare uno di quelli che possono indossare la gloriosa maglia biancoceleste per tanti anni. Ha lo spessore per essere uno dei punti fermi per il futuro, e la società assicura che tante torte di compleanno sono già pronte per lui, un diciottenne napoletano che ha trovato al Pacevecchia un luogo magico dove allenare il proprio talento.