Caivano

Racconti strazianti. Verbali che aprono una porta direttamente su un inferno di violenze. Testimoni e accuse nel parco degli orrori a Caivano. Fortuna Loffredo violentata e uccisa a soli sei anni. Domani in corte d’assise il caso della bimba volata giù dall’ottavo piano delle palazzine del Parco Verde. 

I racconti delle bimbe amichette di Chicca Loffredo straziano il cuore di magistrati e psicologi che in questi mesi stanno lavorando per ricostruire accuse e prove di una vicenda intricatissima come i pianerottoli e meandri del Parco Verde. Una bambina racconta di Titò, Raimondo Caputo il presunto orco che avrebbe ammesso di averla uccisa Chicca,  intimandole il silenzio minacciandola: «Se parli, ti violento davanti alla tua famiglia». I verbali con il racconto delle tre giovanissime testimoni dell’inchiesta sull’omicidio di Fortuna con lo strumento dell’incidente probatorio davanti al giudice Alessandro Buccino Grimaldi, sono ora agli atti del processo che inizia domani davanti alla Corte di Assise presieduta da Alfonso Barbarano, giudice a latere Elisabetta De Tollis. Sul banco degli imputati ci saranno Caputo, accusato di aver violentato e ucciso Fortuna e di aver abusato di altre tre bambine, e la sua ex compagna, Marianna Fabbozzi, che deve rispondere della sola ipotesi di concorso negli abusi. Ma Marianna è accusata proprio da Titò per l’omicidio dei figlio Antonio Giglio, morto all’età di 4 anni, il 28 aprile del 2013, in circostanze analoghe a quelle di Fortuna. Depositata una lista testi di 28 nomi.

I pm vogliono sentire anche Mimma Guardato, la madre di Chicca, che si è costituita parte civile con l’assistenza dell’avvocato Gennaro Razzino come anche il papà di Chicca, Pietro Loffredo, assistito dall’avvocato Angelo Pisani. 

La difesa di Titò dell’avvocato Paolino Bonavita presenta 10 tesi.