Qualcuno ha pagato per far rimuovere quei video. Tiziana era morta di vergogna e forse si è provveduto a far sparire quei video nei giorni in cui si è tolta la vita, subito dopo il 13 settembre scorso. Tiziana 31 anni di Mugnano è stata vittima della persecuzione on line, della gogna, della vergogna, dopo la diffusione dei suoi video intimi. Poche settimane dopo quella morte tragica a Mugnano di Napoli qualcuno ha tentato di spazzare via dalla rete i sei video hot che ritraevano Tiziana mentre consumava rapporti sessuali ripresa da uno o più cellulari. Quegli stessi filmati che si diffusero a macchia d'olio su siti per adulti e circuiti tematici.
Operazioni accertate che pongono una serie di quesiti. Chi è o chi sono le persone motivate a cancellare quelle tracce?.
In quei filmati i protagonisti maschili sono complessivamente cinque, ma Tiziana non ha mai svelato i loro nomi. Perché? Perché tutelarli? Le risposte la trentunenne se le è portate nella tomba, ma qualcuno potrebbe conoscere l'identità degli uomini con i quali ha girato quei filmati.
Indagano le due Procure interessate alla morte di Tiziana Cantone. Sono in corso nuovi accertamenti per capire se quelle operazioni sono state fatte per rispetto della ragazza o per eliminare prove di eventuali colpe. Intanto, torna a raccontare la sua versione la mamma della ragazza scomparsa lo scorso 13 settembre, nel corso di una serie di interviste (a Sky tg24 e a Maurizio Costanzo): «Non è stata mia figlia Tiziana a divulgare in rete i video» dice Maria Teresa Giglio, che punta il dito contro il convivente della ragazza. «Forse è Tiziana che mi sta aiutando ad andare avanti perché non essendoci riuscita in vita ad avere quella giustizia che lei tanto sperava, è come se io sentissi la sua voce che dice: mamma continua tu al posto mio - spiega la madre -».