San Giorgio del Sannio

Un rito ormai tradizionale, quasi un appuntamento da inserire nel programma degli eventi natalizi. Puntuale come ogni anno, anche nel 2015 è arrivata immancabile la delibera della Giunta comunale per la richiesta della anticipazione di cassa al Tesoriere dell'ente, la filiale sangiorgese del Banco popolare di Novara. L'esecutivo guidato da Claudio Ricci ha varato il provvedimento addirittura nella giornata di Capodanno, almeno stando a quanto riporta la delibera numero 1 pubblicata ieri all'Albo comunale. Da notare l'assenza alla seduta dell'assessore al ramo, Felice Barricella, evidentemente ritenuta non ostativa a un adempimento che rappresenta ormai una prassi da alcuni anni. Con l'atto in questione la Giunta ha deliberato la richiesta di 1.574.247 euro, somma pari ai tre dodicesimi delle entrate accertate nel penultimo anno precedente (2013) quando nelle casse dell'ente finirono 4.483.985 euro per entrate tributarie, 1.248.036 per trasferimenti da altri enti e 564.968 euro da entrate extratributarie, per un totale di 6.269.988 euro. Si tratta della quota di anticipazione più elevata degli ultimi anni. Nel 2014 l'ente aveva infatti richiesto “solo” 1.310.104 euro a fronte di entrate accertate pari a 5.240.417 euro. L'anno precedente il prestito bancario si era attestato su livelli più elevati, vicini a quelli attuali: 1.514.800 euro su poco più di 6 milioni di introiti. Va detto che prima di accedere ai fondi dell'istituto di credito, il Comune si avvarrà delle somme a destinazione vincolata a disposizione, fino al limite massimo corrispondente alla anticipazione garantita dalla banca. Da rilevare inoltre il crescendo delle entrate tributarie che nell'ultimo anno preso a riferimento (il 2013) hanno fatto registrare un aumento: 4.483.985 euro contro i 4.350.000 dei due anni precedenti. La “istituzionalizzazione” del ricorso alla procedura di anticipazione non deve comunque far passare in secondo piano la problematica legata alla necessità sempre più impellente da parte del Comune di fare cassa. Oltre alla penalizzazione derivante dagli interessi passivi da riconoscere al tesoriere, la carenza di risorse spendibili implica anche l'adozione di provvedimenti draconiani come il contestato giro di vite recentemente impresso ai contribuenti sulle utenze della tassa rifiuti. Il tutto, hanno più volte spiegato gli amministratori municipali, a causa delle crescenti riduzioni dei trasferimenti erariali che obbligano gli enti locali a percorrere ogni strada possibile pur di trovare le risorse necessarie al fabbisogno.