De Luca, stoccate a Meloni sul fascismo: l'ira di Cirielli e Iannone

Dura replica degli esponenti salernitani di Fratelli d'Italia

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Salerno.  

"Il presidente De Luca ha straparlato di nuovo su tutto e tutti, mostrando però gli evidenti limiti anche culturali. Non conosce la storia ma orgogliosamente ostenta la sua ignoranza". Lo ha dichiarato Edmondo Cirielli, vice ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. "Il fascismo cadde grazie agli angloamericani che poi furono nostri alleati della Nato. Certo  l’alto valore simbolico e morale di quanti dell’esercito monarchico e partigiani bianchi lottarono e persero la vita contro il nazismo e il fascismo rimane un segno indelebile del riscatto democratico del popolo italiano", ha precisato Cirielli. 

"Non tutti i partigiani lottarono per la libertà; quelli a cui si ispira De Luca combattevano per una potenza straniera, l’unione sovietica, e per istaurare un’altra dittatura, quella comunista. Il Governatore, è opinione comune, nel suo agire quotidiano ricorda più Chavez piuttosto che un erede democratico della resistenza italiana", ha concluso il vice ministro.

Dura reprimenda anche da parte del senatore, e commissario regionale di Fratelli d'Italia, Antonio Iannone: "Sentire De Luca impartire lezioni di democrazia al Presidente del Consiglio fa sbellicare dalle risate. De Luca non può parlare di Costituzione perché non potrebbe parlare neanche di educazione. Chi è stato dirigente del Partito Comunista dovrebbe mettere prima allo specchio la sua storia. Se in Italia fossero venuti i sovietici che invocavano la libertà sarebbe stata una conquista più recente di quella che è. Quanto alla candidatura di Schmidt, dovrebbe pensare che esercita un suo diritto civile proprio come fa qualche professore universitario di Cassino che fa il Parlamentare - aggiunge -. La solita doppia morale del Governatore che dovrebbe guardare ad un palmo di naso per provare imbarazzo. De Luca sputa in cielo e vorrebbe raccontare che piove, anche a se stesso. Peraltro governa da nove anni e non ha fatto per la cultura campana neanche un decimo di quello che Sangiuliano ha fatto in appena diciotto mesi", conclude Iannone.